Con gli esoscheletri cresce il benessere dei lavoratori

Comau ha presentato, in occasione della 34esima edizione della mostra Ambiente Lavoro, la gamma di soluzioni innovative di robotica indossabile della linea MATE progettate per ridurre il carico muscolare, quindi anche la sensazione di fatica

Sono resistenti, confortevoli e leggeri. Si possono indossare con estrema facilità: basta infilarli come se fossero zaini e stringerli in vita per percepire subito il giusto sostegno alla schiena. In meno di un minuto, la postura corretta è garantita. Gli esoscheletri occupazionali, sono dispositivi che supportano il lavoratore durante attività faticose e ripetitive, perché attenuano il sovraccarico biomeccanico durante la movimentazione manuale di carichi.

È possibile che un giorno gli esoscheletri diventeranno strumenti di utilizzo quotidiano in diversi contesti di lavoro, come lo sono oggi i caschetti, le scarpe antinfortunistica e le cuffie antirumore.  Ne è convinto Duilio Amico, (nella foto qui sotto) responsabile Wearable Robotics di Comau, azienda italiana con sede a Grugliasco (Torino), leader a livello globale nel settore dell’automazione industriale, che conta numerose sedi sparse in tutto il mondo. «Indubbiamente, la tendenza del mercato è questa – afferma – anche se si tratta di un’evoluzione che sarà a medio-lungo periodo. Resta il fatto che la richiesta da parte delle aziende è in continuo aumento».

Esoscheletri

Quale tipologia di esoscheletro è attualmente la più venduta?

«Noi proponiamo tre soluzioni che compongono la linea MATE, nome non scelto a caso che significa “compagno” in inglese. Due riguardano il supporto alle spalle in caso le movimentazioni ripetitive e un’altra invece protegge la zona lombare quando si sollevano carichi da terra. Il nostro best seller è certamente il modello MATE-XT, sul mercato dal 2021, anche se già dal 2018 esisteva una prima versione utilizzata prevalentemente nel comparto dell’automotive, quindi specifica per le operazioni sotto-scocca, con l’auto sospesa al di sopra degli operai impegnati nel montaggio delle diverse componenti del veicolo.  Questo modello pesa solo tre chili, perché come tutti gli altri della gamma ha una struttura in carbonio, e offre supporto a chi svolge attività che obblighino a mantenere le braccia sollevate a lungo per poter eseguire compiti ripetitivi o statici. A partire dal 2021 l’utilizzo di MATE-XT si è esteso a diversi settori che spaziano dalla logistica, all’edilizia, all’agricoltura. Per integrare le esigenze dei nuovi utilizzatori è stata proposta anche una versione più leggera, impermeabile, traspirante e resistente alla polvere».

Quale caratteristica accomuna i prodotti di questa linea?

Va sottolineato che tutti i nostri esoscheletri – progettati in partnership con IUVO, spin-off dell’Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - sono di tipo passivo: questo significa che non hanno motori, né batterie, non hanno attuazioni elettriche o pneumatiche. Sono quindi completamente meccanici. Il device lavora grazie a un sistema di molle che – nel caso di MATE-XT - si caricano quando l'operatore abbassa le braccia e rilasciano l'energia quando invece le alza. La tipologia passiva è più affidabile: sia perché sono minori i componenti soggetti a manutenzione, sia perché questi dispositivi garantiscono un più alto livello di accettabilità da parte dell'operatore che li percepisce come strumenti meno “robotici” e coercitivi».

Del modello MATE-XT esiste anche una versione 4.0. Che tipo di prestazioni offre?

«Si tratta di un esoscheletro dotato di sensori che è in grado di monitorare alcune variabili, raccogliendo e trasmettendo dati, in ottemperanza agli standard 4.0 e alle normative sulla privacy. I parametri analizzati sono quattro: temperatura, umidità, movimenti e vibrazioni. I primi due servono per monitorare alcuni cicli di lavorazione in ambiti particolari, come per esempio nelle celle frigorifere, dove non si può superare un certo limite di permanenza. L’esoscheletro consente, in sostanza, di avere un controllo da remoto dell’attività e del contesto in cui viene svolta. Le altre variabili - i cicli di movimento e le vibrazioni - servono semplicemente per tenere sotto osservazione costante il funzionamento del dispositivo. I dati raccolti sono anonimizzati, riguardano solo il device e non sono collegati all’utilizzatore. Servono per analizzare le prestazioni, migliorare l’ergonomia e il benessere delle persone, quindi sono a uso esclusivo aziendale».

Infine, c’è un modello di ultima generazione. Di cosa si tratta?

Esatto, si chiama MATE-XB ed è stato lanciato nel giugno 2023. Questo esoscheletro pesa quattro chili e fornisce un supporto passivo alla fascia muscolare lombare. È quindi pensato per la movimentazione dei carichi da terra, fino a 25 kg, con l’obiettivo di evitare posizioni incongrue con la schiena flessa durante il lavoro. Questo esoscheletro, infatti, favorisce una postura corretta, riducendo l’attivazione muscolare e la sensazione di fatica. Confortevole e altamente traspirante, è uno strumento in grado di resistere a condizioni estreme, agenti atmosferici e ambienti corrosivi. Può essere utilizzato in numerosi ambiti industriali: grande distribuzione, logistica e anche nel settore zootecnico e agricolo, per dirne solo alcuni».

In effetti l’uso di esoscheletri è sempre più diffuso anche in contesti completamente differenti. Cosa vede all’orizzonte?

«La nostra è certamente un’azienda che ama “uscire dal seminato”. Oggi sono circa 2.500 le società nel mondo che usano questi esoscheletri: sono realtà che operano in settori molto diversi tra loro e sicuramente in ambiti decisamente distanti da quella che era in origine la nostra abituale clientela. I mercati più dinamici in Europa sono Francia, Germania e Paesi nordici, da sempre per cultura più sensibili al benessere dei lavoratori. Lo stesso vale per gli Stati Uniti. L’Italia si trova quindi al quinto posto. Tra i comparti dove in futuro crescerà l’utilizzo di esoscheletri c’è anche quello manifatturiero, dove esiste una convivenza molto più frequente di quanto non si pensi fra uomini e macchine. Un altro fattore che avrà importanti riflessi su questo settore è il reshoring, o ricollocazione: l’ambito manifatturiero in Europa dovrà crescere soprattutto sul piano dell’automazione, perché portare a casa le produzioni dai Paesi asiatici obbligherà a un’evoluzione in questo senso, tenuto conto che in Cina e in altre nazioni dell’Est asiatico l’automazione è già molto sviluppata e il livello di know how è decisamente elevato. Quindi riportare sui nostri territori i processi manifatturieri comporterà inevitabilmente anche una crescita dell’automazione e un più ampio utilizzo di esoscheletri».

Immagino che per la promozione e la valorizzazione di questa tipologia di prodotto, l’offerta di un programma di formazione per gli utilizzatori sia estremamente importante…

«Ci sono due macro-aree in tema di formazione: la prima riguarda le consulenze di tipo ergonomico, la seconda la formazione vera e propria che comprende anche l’informazione. Fondamentale è il coinvolgimento dei lavoratori per aiutarli a conoscere meglio, e soprattutto ad accettare, le nuove tecnologie. Un compito a volte non facilissimo: può succedere che l’operatore, pur avendo a disposizione l’esoscheletro non lo utilizzi, perché lo percepisce come un ingombro anziché come un supporto. A questo scopo, collaboriamo con la società Eukinetica, una realtà giovane che si occupa di benessere aziendale.  L’obiettivo è motivare le persone e mettere al centro i vantaggi dell’utilizzo dell’esoscheletro, quindi la riduzione delle malattie muscolo-scheletriche e della sensazione di fatica, ma anche una maggiore produttività e precisione nel lavoro. Lo facciamo organizzando alcuni incontri a distanza, subito dopo l’acquisto dei dispositivi da parte delle aziende. Diamo nozioni su come funzionano il corpo, la postura, il movimento e insegniamo pratiche fisiche. Cerchiamo di capire se le persone utilizzano effettivamente l’esoscheletro e per quanto tempo, dando indicazioni su come modificarne la fruizione».

Box

Minore sforzo, massime prestazioni

Nei Paesi ad alta industrializzazione i rischi legati ai disturbi muscolo-scheletrici riguardano tutti i luoghi di lavoro dove vengono svolte mansioni che comportino sforzi eccessivi, posture scorrette mantenute a lungo o movimenti bruschi. I sistemi robotici indossabili che supportano la parte superiore e inferiore della schiena contribuiscono a prevenire il verificarsi di queste patologie, semplicemente perché riducono la tensione muscolare e la fatica percepita durante il lavoro. MATE-XT – il primo esoscheletro disponibile in commercio con certificazione EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet) che attesta la capacità di ridurre i carichi biomeccanici durante l’esecuzione di attività impegnative – è in grado di attenuare lo sforzo muscolare a livello delle spalle – misurato attraverso un’elettromiografia – di una percentuale intorno al 30%, diminuendo lo sforzo percepito del 25% e migliorando contemporaneamente la postura nel 50% dei casi.  Dalle sperimentazioni sul campo effettuate, inoltre, è emerso che questo dispositivo può contribuire ad aumentare la precisione di lavoro del 27%.

Con MATE-XB, pensato per chi deve movimentare carichi dal basso, la riduzione della fatica percepita durante il lavoro può raggiungere il 50 per cento, mentre la diminuzione dello sforzo muscolare il 35 per cento.

Tutti gli esoscheletri della linea sono disponibili in due taglie (SL e LXL) che possono essere successivamente regolate e adattate, in base alla corporatura dell’utilizzatore, come un “abito su misura”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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