Direttiva sostenibilità societaria: il testo in Gazzetta Ufficiale. Si tratta della direttiva 2022/2464 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022 (cosiddetta "CSRD") che modifica il regolamento (UE) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità (in G.U.C.E. L del 16 dicembre 2022, n. 322).
La misure riguardano tutte le imprese di dimensioni medio-grandi che dovranno, per effetto, comunicare i dati su come affrontano e gestiscono divulgare le informazioni non finanziarie relative alla gestione dei temi ambientali e sociali.
In particolare, i dati dovranno riguardare, oltre alle tematiche "green" (lotta ai cambiamenti climatici, tutela delle acque, promozione dell'economia circolare eccetera), il rispetto dei diritti umani, il grado di diversità (età, genere eccetera) all'interno dell'organizzazione e il rispetto della normativa anticorruzione.
Come recita il 54 considerando: « la Commissione dovrebbe adottare una prima serie di principi di rendicontazione di sostenibilità mediante atti delegati entro il 30 giugno 2023. Tale serie di principi di rendicontazione di sostenibilità dovrebbe specificare le informazioni che le imprese sono tenute a comunicare con riferimento a tutti gli ambiti di rendicontazione e a tutte le questioni di sostenibilità e precisare che i partecipanti ai mercati finanziari devono adempiere gli obblighi di informativa previsti dal regolamento (UE) 2019/2088. Entro il 30 giugno 2024 la Commissione dovrebbe adottare mediante atti delegati una seconda serie di principi di rendicontazione di sostenibilità, specificando le informazioni complementari che le imprese dovrebbero comunicare in merito alle questioni di sostenibilità e agli ambiti di rendicontazione, ove necessario, nonché le informazioni specificamente attinenti al settore di attività dell'impresa».
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Previste entrate in vigore in tempi diversi a seconda della tipologia di impresa:
- 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già coinvolte dalla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (2014/95/UE);
- dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora coinvolte dalla stessa direttiva;
- dal 1° gennaio 2026 per le Pmi e le altre imprese quotate.