Impatto ambientale dei terminali di rigassificazione: le linee guida Snpa n. 53/2024 sono state pubblicate in allegato alla delibera del consiglio Snpa del 23 luglio 2024, n. 255/24.
Lo scenario
L'opera riveste un particolare interesse alla luce dell'interesse strategico dei terminali di rigassificazione e dei gasdotti di collegamento. Come ricorda, infatti, la premessa alle stesse linee guida «La domanda del gas in Italia, pari nel 2022 a 68,7 miliardi di metri cubi, è stata coperta per il 4% dalla produzione nazionale e per il rimanente 96% dalle importazioni (MASE, 2023), che avvengono attraverso gasdotti (sotto forma gassosa) e tramite l’utilizzo di terminali di rigassificazione per il Gas Naturale Liquefatto (GNL). L’incremento del numero di impianti di rigassificazione potrebbe rappresentare in futuro una valida soluzione per fornire al Paese una maggiore autonomia.
Le importazioni via gasdotto nel 2022 (80,3% delle importazioni totali) hanno registrato una riduzione rispetto al 2021. In particolare, sono diminuite le importazioni dalla Russia (-52%) e dalla Libia (-19%), mentre sono risultate in aumento le importazioni dall’Algeria (+11%), dal Nord Europa (+250%) e dall’Azerbaigian attraverso la TAP-TransAdriatic Pipeline (+43%) (MASE, 2023).
L’importazione di GNL nel 2022, pari a circa 14,3 miliardi di metri cubi (19,7% del totale delle importazioni), risulta invece in aumento rispetto all’anno precedente. In particolare, nel 2022, i tre rigassificatori in esercizio in Italia hanno ricevuto, rispetto al 2021, quantitativi maggiori di GNL: Adriatic LNG (Porto Viro) 8,3 miliardi di metri cubi (+13,6%), GNL Italia (Panigaglia) 2,2 miliardi di metri cubi (+108,2%), OLT (Livorno) 3,8 miliardi di metri cubi (+162,6%) (MASE, 2023).
Agli impianti di Panigaglia, Porto Viro e Livorno in esercizio nel 2022 si è aggiunto il Rigassificatore di Piombino (Snam Rete Gas) che è entrato in esercizio a luglio del 2023».
La metodologia applicata
Di conseguenza, come si legge nella sintesi delle linee guida Snpa n. 53/2024, anche «in relazione alla condizione geopolitica e alla conseguente crescente domanda per la realizzazione di nuove strutture di rigassificazione di gas naturale posizionate in aree costiere o in aree marine, si è ritenuto necessario elaborare le presenti Linee Guida per definire gli obiettivi di un piano di monitoraggio che possa individuare precocemente i possibili impatti sull’ambiente marino dovuti alla realizzazione ed all’esercizio di rigassificatori GNL e dei relativi gasdotti di collegamento.
Nella definizione delle Linee Guida sono state tenute in considerazione le principali norme di riferimento per gli aspetti autorizzativi e per la protezione ambientale, unitamente agli aspetti tecnici-progettuali degli impianti, alle pressioni e ai possibili impatti sull’ambiente marino.
Per analizzare le pressioni e gli impatti sono state prese in considerazione le diverse tecnologie per il processo di rigassificazione e le due principali tipologie di impianti a mare attualmente presenti in Italia: Gravity Based Structure (GBS), una struttura di calcestruzzo armato posata sul fondale marino, e Floating Storage Regassification Unit (FSRU), una nave gasiera equipaggiata con un impianto di rigassificazione».
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