Qualità dell'aria negli ambienti interni. Con il termine “ambienti interni” (o "ambienti indoor") si intendono tutti gli ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali, e in particolare, quelli adibiti a dimora, svago, lavoro e trasporto: uffici pubblici e privati, abitazioni, strutture comunitarie, locali destinati ad attività ricreative e/o sociali e, infine, mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave ecc.).
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Ma come si valuta la qualità dell'aria negli ambienti interni (indoor)? A oggi, nella normativa italiana, non esistono valori di riferimento per la valutazione della qualità dell'aria negli ambienti interni, a differenza di altri Paesi come Austria, Portogallo, Francia, Germania, Canada, Cina, Corea e Giappone. Questi valori nazionali possono essere considerati per la caratterizzazione del rischio in caso di contaminanti non indagati dall’Oms. Esistono però alcune metodologie che possono essere applicate. Ce lo spiegano Andrea Cattaneo, Andrea Spinazzè e Domenico Maria Cavallo (dell'Università degli Studi dell’Insubria, dipartimento di «Scienza e Alta Tecnologia» e componenti il consiglio direttivo Aidii) nel dettagliato articolo scaricabile gratuitamente cliccando i pulsanti presenti in questo articolo.
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L'aria negli ambienti interni (indoor), nel corso degli ultimi decenni, è andata incontro a un progressivo cambiamento sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con un aumento di alcune sostanze inquinanti e dei relativi livelli in aria. Diversi studi scientifici hanno evidenziato la presenza negli ambienti interni di numerosi agenti di rischio in basse concentrazioni, tali da poter comportare effetti avversi sulla salute non ancora completamente noti.
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l rischio per la salute derivante da esposizioni in ambienti interni può interessare gran parte della popolazione e non è solamente limitato a categorie occupazionali. Perché prestare particolare attenzione alla qualità negli agli ambienti interni? Perché l’esposizione ad agenti chimici con effetti subacuti e cronici, e quindi la dose inalata, non dipende solo dai livelli riscontrabili nell’atmosfera di un certo ambiente, ma anche dal tempo che gli individui trascorrono in quel particolare ambiente.
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Alcune indagini condotte a livello europeo hanno evidenziato che la popolazione dei centri urbani trascorre, in media, il 95-97% del tempo negli ambienti interni, il 2-4% nei mezzi di trasporto e solo l’1% nell’ambiente esterno. Studi analoghi sono stati condotti in Italia sulla popolazione residente in alcune aree urbane per acquisire informazioni sugli stili di vita. I risultati di questi studi hanno mostrato come la popolazione italiana trascorra all’interno di ambienti interni una percentuale media dell’89% del tempo con valori che oscillano tra l’84% e il 93%. La quantità di tempo trascorso all’interno rispetto a quello trascorso all’esterno è quindi di un ordine di grandezza maggiore. Per questo motivo è documentato che, assumendo pari a 100 la dose totale di inquinante a cui un soggetto è esposto nell’arco delle 24 ore per via inalatoria, oltre il 90% di questa dose è assunto dall’aria degli ambienti interni.
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Che cosa pregiudica la qualità dell'aria negli ambienti interni? Agenti chimici e biologici, composti organici volatili, Radon e agenti biologici.
Come operare? Scoprilo scaricando gratis l'approfondimento del mese di Ambiente&Sicurezza sulla qualità dell'aria negli "ambienti indoor".