In Gazzetta Ufficiale il piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, pubblicato con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019.
Destinatari diretti del provvedimento sono:
- il dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri;
- il ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali;
- il ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Queste amministrazioni, entro sessanta giorni dall'emanazione del decreto, fatte salve le
separate procedure di maggiore urgenza demandate alla competenza della protezione civile, devono predisporre e sottoporre alla presidenza del Consiglio dei ministri - cabina di regia stratega Italia e al CIPE, un piano stralcio 2019 recante elenchi settoriali di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili già nel 2019, fino al raggiungimento complessivo di un ammontare complessivo di 3 miliardi di euro.
Gli elenchi degli interventi sono definiti, per liste regionali, dai competenti ministeri, mediante apposite conferenze di servizi, sulla base dei fabbisogni e delle proposte delle regioni interessate e delle province autonome, con il contributo e la partecipazione dei commissari per l'emergenza, dei commissari straordinari per il dissesto, e delle autorità di bacino distrettuale. Sono fatte salve le diverse e più urgenti procedure e modalità.
Negli allegati al D.P.C.M. 20 febbraio 2019:
- il dettaglio delle misure per ognuna delle quattro amministrazioni destinatarie (allegato A);
- il prospetto ricognitivo analitico delle risorse finanziarie complessive concernenti la materia, recante il quadro composito delle risorse allocate e complessivamente disponibili (allegato B);
- le linee guida in materia di semplificazione dei processi, rafforzamento organizzativo e della governance (allegato C).
In allegato il testo integrale del D.P.C.M. 20 febbraio 2019 (l'allegato B è riportato in allegato in formato pdf).
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Decreto del presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019
Approvazione del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale
in Gazzetta Ufficiale del 13 aprile 2019, n. 88
IL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, concernente la disciplina
dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del
Consiglio dei ministri;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, concernente
l'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, a norma
dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «Norme
in materia ambientale»;
Visto il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito in legge,
con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, concernente
«Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e
l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e
universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il
contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonche' per
la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa
europea»;
Visto il decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito in
legge, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164,
concernente «Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la
realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese,
la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto
idrogeologico e per la ripresa delle attivita' produttive», e, in
particolare l'art. 7, comma 2;
Visto il decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito in
legge, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130,
recante «Disposizioni urgenti per la citta' di Genova, la sicurezza
della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi
sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze», e, in
particolare l'art. 40, che prevede l'istituzione di una apposita
cabina di regia interministeriale;
Vista la legge 30 dicembre 2018, n. 145, concernente «Bilancio di
previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio
pluriennale per il triennio 2019-2021», e, in particolare, l'art. 1,
commi 107, 108, 109, 156, 171, 1028, 1029, 1030;
Visto il decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito in legge,
con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, e, in
particolare l'art. 41-bis, concernente il Fondo per la progettazione
definitiva ed esecutiva nelle zone a rischio sismico e per la messa
in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico;
Vista la legge 23 dicembre 2014, n. 190, concernente «Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(legge di stabilita' 2015)», e, in particolare l'art. 1, comma 703;
Visto il decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, concernente il
«Codice della protezione civile»;
Visto il decreto legislativo 29 dicembre 2011, n. 229, di
«Attuazione dell'art. 30, comma 9, lettere e), f) e g), della legge
31 dicembre 2009, n. 196, in materia di procedure di monitoraggio
sullo stato di attuazione delle opere pubbliche, di verifica
dell'utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti e costituzione del
Fondo opere e del Fondo progetti»;
Vista l'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile
del 15 novembre 2018, n. 558 «Primi interventi urgenti di protezione
civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che
hanno interessato Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia,
Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Sardegna, Siciliana, Veneto e
delle Province autonome di Trento e Bolzano, colpito dagli
eccezionali eventi meteo a partire da ottobre 2018»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29
ottobre 2018, concernente la dichiarazione dello stato di
mobilitazione del Servizio nazionale della protezione civile a causa
degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il
territorio della Regione Veneto a partire dal giorno 28 ottobre 2018;
Vista la delibera del Consiglio dei ministri dell'8 novembre 2018,
con la quale e' stato dichiarato, per dodici mesi, lo stato di
emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che
hanno interessato il territorio delle Regioni Calabria,
Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia,
Toscana, Sardegna, Regione Siciliana, Veneto e delle Province
autonome di Trento e Bolzano, colpito dagli eccezionali eventi
meteorologici verificatisi a partire dal giorno 2 ottobre 2018;
Vista la delibera CIPE del 1° dicembre 2016, n. 55, di approvazione
del Piano operativo «Ambiente» FSC 2014-2020, e, in particolare, del
sotto-piano «Interventi per la tutela del territorio e delle acque»;
Vista la delibera CIPE del 20 febbraio 2015, n. 32, di assegnazione
di risorse ad un piano stralcio di interventi relativi alle aree
metropolitane e alle aree urbane con un alto livello di popolazione
esposta a rischio alluvione;
Viste le delibere CIPE del 10 agosto 2016, n. 26, e del 1° dicembre
2016, n. 56, che hanno destinato risorse FSC 2014-20, ai patti per lo
sviluppo, stipulati dal Governo con le regioni e le citta'
metropolitane, per finanziare interventi di mitigazione del rischio
idrogeologico;
Visto il decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito in
legge, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2018, n. 136,
recante «Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria», e,
in particolare l'art. 24-quater;
Visto l'art. 1, comma 995, della legge 28 dicembre 2015, n. 208
(legge di stabilita' 2016), che ha istituito, nel bilancio del
Ministero dell'ambiente, un Fondo destinato al finanziamento degli
investimenti di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico;
Visto l'art. 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232
(bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e
bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), che ha istituito un
Fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze per il
finanziamento degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale
nel Paese;
Visto l'art. 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (bilancio di
previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio
pluriennale per il triennio 2018-2020), che ha rifinanziato il
predetto Fondo, e, in particolare i commi 549, 853, 1072, 1073,
lettera b) e 1074;
Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 221, e, in particolare l'art.
55, che ha istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, il Fondo per la progettazione degli
interventi contro il dissesto idrogeologico;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28
maggio 2015, concernente «l'individuazione dei criteri e delle
modalita' per stabilire le priorita' di attribuzione delle risorse
agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14
luglio 2016, concernente le modalita' di funzionamento del Fondo per
la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico;
Vista la legge 11 gennaio 2018, n. 7, concernente «Misure per il
coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni
concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale
italiana»;
Vista la legge 28 giugno 2016, n. 132, recante «Istituzione del
Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina
dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale»;
Vista la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n.
2007/2/CE, che istituisce un'infrastruttura per l'informazione
territoriale nella Comunita' europea (INSPIRE);
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15
febbraio 2019, recante l'istituzione della struttura di missione
denominata «InvestItalia», di cui all'art. 1, comma 179, della legge
30 dicembre 2018, n. 145;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15
febbraio 2019, recante l'istituzione della cabina di regia strategia
Italia, di cui all'art. 40 del decreto-legge 28 settembre 2018, n.
109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n.
130;
Considerata la necessita' di migliorare la funzionalita' e
l'efficacia della governance ambientale, in termini di selezione,
programmazione e attuazione degli interventi;
Tenuto conto della presenza di diversi soggetti attuatori, tra i
quali regioni, enti locali, commissari straordinari, autorita' di
bacino;
Tenuto conto dei rilevanti quadri e consistenze di fabbisogni
accertati dalle competenti amministrazioni e strutture;
Tenuto conto delle difficolta' nella gestione delle procedure
tecnico-amministrative di realizzazione degli interventi e
dell'insufficiente coordinamento con i piani di assetto idrogeologico
e l'azione delle autorita' di bacino distrettuale;
Ritenuto pertanto necessario poter contare su un'elevata capacita'
e qualita' della progettazione tecnica degli interventi di
infrastrutture, opere e servizi ambientali in generale, di effettiva
specializzazione nell'esercizio delle funzioni di stazione appaltante
degli interventi programmati, di mezzi e risorse professionali
adeguati e proporzionati alla dimensione qualitativa e quantitativa
degli interventi da attuare;
Decreta:
Art. 1
1. E' adottato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio
idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, in
allegato A) al presente decreto, che ne costituisce parte integrante
e sostanziale.
2. Il suddetto Piano e' strutturato nei seguenti ambiti e misure di
intervento:
misure di emergenza;
misure di prevenzione;
misure di manutenzione e ripristino;
misure di semplificazione;
misure di rafforzamento della governance e organizzative.
3. Il Piano persegue la formazione di un quadro unitario, ordinato
e tassonomico, concernente l'assunzione dei fabbisogni, la
ripartizione relativa ai suddetti ambiti e misure di intervento; la
sintesi delle risorse finanziarie disponibili; la ripartizione dei
carichi operativi e il piano delle azioni; il sistema di governance e
delle collaborazioni istituzionali; il cronoprogramma delle
attivita'; i risultati attesi, anche in termini di impatti e benefici
sociali ed economici, una criteriologia piu' referenziata, conosciuta
e maggiormente trasparente di selezione degli interventi; un sistema
di reporting, monitoraggio e controllo di gestione, opportunamente
potenziato, anche mediante alimentazione e integrazione delle banche
dati esistenti.
4. Lo stesso Piano e' articolato in una pluralita' di programmi
obiettivo facenti capo a ciascuna delle amministrazioni competenti,
che dovranno trovare sintesi preventiva e periodica verifica
successiva nel livello piu' alto di coordinamento della Presidenza
del Consiglio dei ministri.
5. In allegato B) si espone il prospetto ricognitivo analitico
delle risorse finanziarie complessive concernenti la materia, recante
il quadro composito delle risorse allocate e complessivamente
disponibili.
6. In allegato C) si prevede un documento recante linee guida in
materia di semplificazione dei processi, rafforzamento organizzativo
e della governance.
Art. 2
1. Ai fini di un tempestivo avvio e elevazione di livello di
operativita', entro sessanta giorni dall'emanazione del presente
decreto di approvazione del Piano, le competenti amministrazioni
(Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio
dei ministri, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e
del mare, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali,
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), fatte salve le
separate procedure di maggiore urgenza demandate alla competenza
della protezione civile, predisporranno e sottoporranno alla
Presidenza del Consiglio dei ministri - Cabina di regia Strategia
Italia, anche in coordinamento con la struttura di missione
«InvestItalia», e al CIPE, un Piano stralcio 2019 recante elenchi
settoriali di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente
eseguibili gia' nel 2019, aventi carattere di urgenza e
indifferibilita', fino alla concorrenza di un ammontare complessivo
di 3 miliardi di euro.
2. Ai fini della predisposizione del suddetto Piano stralcio 2019,
in deroga al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28
maggio 2015 (concernente l'individuazione dei criteri e delle
modalita' per stabilire le priorita' di attribuzione delle risorse
agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico), e nelle
more della riorganizzazione a scopo di efficientamento del relativo
sistema ordinario di selezione e individuazione degli interventi, i
suddetti elenchi sono definiti, per liste regionali, dai competenti
Ministeri, mediante apposite conferenze di servizi, sulla base dei
fabbisogni e delle proposte delle regioni interessate e delle
province autonome, con il contributo e la partecipazione dei
commissari per l'emergenza, dei commissari straordinari per il
dissesto, e delle autorita' di bacino distrettuale. Sono fatte salve
le diverse e piu' urgenti procedure e modalita' previste dalla
vigente normativa per le emergenze demandate e gestite dal
Dipartimento di protezione civile.
3. Una componente del Piano stralcio 2019 sara' costituita da una
azione di sistema di supporto alla governance unitaria.
Il presente decreto e' trasmesso ai competenti organi di controllo
e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Allegato A
PIANO NAZIONALE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO IL RIPRISTINO E LA TUTELA DELLA RISORSA AMBIENTALE
Il presente Piano individua azioni immediatamente attuabili con le
risorse e con la normativa prevista a legislazione vigente ed azioni
a carattere programmatico che necessitano di interventi normativi ed
eventuali ulteriori coperture finanziarie.
Azione 1 - Interventi infrastrutturali ad immediata cantierabilita'
Ai fini di un tempestivo avvio e elevazione di livello di
operativita', entro sessanta giorni dall'approvazione del Piano, le
competenti Amministrazioni (Protezione civile, Ministero
dell'ambiente, Ministero delle politiche agricole e Ministero delle
infrastrutture), fatte salve le separate procedure di maggiore
urgenza demandate alla competenza della Protezione civile,
predisporranno e sottoporranno alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri- Cabina di regia Strategia Italia e al CIPE un Piano
Stralcio 2019 recante elenchi settoriali di progetti e interventi
infrastrutturali immediatamente eseguibili, aventi carattere di
urgenza e indifferibilita', fino alla concorrenza di un ammontare
complessivo di 3 miliardi di euro. Con le medesime modalita' saranno
sottoposte le eventuali esigenze di modifica o rimodulazione del
presente Piano di azioni o degli interventi, che si renderanno
necessarie a seguito delle previste verifiche periodiche di
andamento, di stato delle procedure, nonche' di esecuzione fisica e
finanziaria delle attivita' e degli interventi.
Il Piano Stralcio 2019 e' immediatamente esecutivo. Ai fini
dell'inserimento nel suddetto Piano Stralcio 2019, i progetti e gli
interventi infrastrutturali devono essere identificati dal Codice
Unico di Progetto (CUP).
Ai fini della predisposizione del suddetto Piano Stralcio 2019, in
deroga al DPCM 28 maggio 2015 (concernente l'individuazione dei
criteri e delle modalita' per stabilire le priorita' di attribuzione
delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio
idrogeologico), e nelle more della riorganizzazione, a scopo di
efficientamento del relativo sistema ordinario di selezione e
individuazione degli interventi, i suddetti elenchi sono definiti,
per liste regionali, dai competenti Ministeri, mediante apposite
Conferenze di Servizi, sulla base dei fabbisogni e delle proposte
delle Regioni interessate e delle Province autonome, con il
contributo e la partecipazione dei Commissari per l'emergenza, dei
Commissari straordinari per il dissesto, e delle Autorita' di Bacino
distrettuale. Sono fatte salve le diverse e piu' urgenti procedure e
modalita' previste dalla vigente normativa per le emergenze demandate
e gestite dal Dipartimento della Protezione civile.
Una componente del Piano Stralcio 2019 sara' costituita da una
Azione di Sistema di supporto alla governance unitaria nei limiti di
quanto consentito dalla legislazione vigente.
Ambito d'intervento 1
MISURE DI EMERGENZA
MISSIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE E RUOLO DI
COORDINAMENTO
Azione 2 - Piano Emergenza Dissesto
Il Dipartimento della Protezione civile predispone, coordina,
gestisce ed attua per il tramite dei Commissari delegati, ovvero
delle Province autonome e dei relativi Soggetti attuatori, con
autonoma responsabilita' e pronta e parallela operativita', il
Sotto-Piano di Azione di Contrasto al Rischio Idrogeologico
determinato da Calamita' Naturali (Piano Emergenza Dissesto),
concernente interventi emergenziali connessi ad eventi calamitosi di
rilievo nazionale o che in ragione della loro intensita' o estensione
debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiati con mezzi
e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti
periodi di tempo.
Tale strumento e' prontamente adottato sulla base della
ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle
infrastrutture danneggiate, gia' posta in essere con le procedure
definite con le Ordinanze adottate dal Capo del Dipartimento della
Protezione civile.
Per il coordinamento e l'attuazione degli interventi si provvede
mediante ordinanze di protezione civile, adottate in deroga ad ogni
disposizione vigente, nei limiti e con le modalita' indicati nella
deliberazione dello stato di emergenza e nel rispetto dei principi
generali dell'ordinamento giuridico e delle norme dell'Unione
europea. Le ordinanze sono emanate acquisita l'intesa delle Regioni e
delle Province autonome territorialmente interessate e, ove rechino
deroghe alle leggi vigenti, contengono l'indicazione delle principali
norme a cui si intende derogare e devono essere specificamente
motivate.
Il suddetto Sotto-Piano si articola nelle seguenti tipologie di
interventi, nei limiti delle seguenti risorse disponibili:
Azione 3 -interventi urgenti di messa in sicurezza dei territori e
delle infrastrutture di trasporto e di rete danneggiate da eventi
emergenziali, finalizzati alla riduzione degli effetti degli eventi
calamitosi di tipo idraulico e idrogeologico.
Interventi di messa in sicurezza e ripristino delle strutture e
delle infrastrutture volti a ridurre gli effetti del rischio idrico
ed idrogeologico:
° euro 347.382.242,89 per gli interventi di somma urgenza su
strutture ed infrastrutture pubbliche, a valere sulle risorse
stanziate per il 2019 dall'articolo 24 quater del decreto-legge n.
119 del 2018.
Referenti: Dipartimento della Protezione civile, Commissari
delegati ovvero Province autonome e Soggetti attuatori.
Tempistica: entro il 7 marzo 2019 adozione del DPCM, 30 giorni per
l'adozione e approvazione dei piani, 90 giorni per l'avvio degli
interventi da parte dei soggetti attuatori.
Riferimento normativo: articolo 24-quater del decreto-legge n. 119
del 2018.
Misure attuative: decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
su proposta del Dipartimento della protezione civile, di concerto con
il Ministro dell'economia e delle finanze e con i Ministri competenti
(Ministero dell'ambiente, Ministero delle politiche agricole), Piani
dei Commissari delegati ovvero delle Province autonome. Approvazione
dei Piani da parte del Dipartimento della protezione civile, avvio
degli interventi da parte dei Commissari delegati o delle Province
autonome e dei Soggetti attuatori.
Azione 4 - interventi per la mitigazione del rischio idraulico ed
idrogeologico e riduzione del rischio residuo, connesso con gli
eventi emergenziali, nonche' di ripristino delle strutture e delle
infrastrutture danneggiate, finalizzati all'aumento del livello di
resilienza delle stesse
Realizzazione di interventi, strutturali e infrastrutturali
urgenti, per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite
dagli eventi calamitosi, strettamente connesso all'evento e
finalizzati prioritariamente alla tutela della pubblica e privata
incolumita', in coerenza con gli strumenti di programmazione e
pianificazione esistenti e sulla base di procedure definite con
ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile, cui si
destinano:
• euro 177.217.757,11 ( euro 127.217.757,11 per il 2019 e euro
50.000.000,00 per il 2020 ) per gli investimenti strutturali e
infrastrutturali urgenti finalizzati esclusivamente alla mitigazione
del rischio idraulico e idrogeologico, nonche' all'aumento del
livello di resilienza delle strutture e infrastrutture, a valere
sulle risorse stanziate dall'articolo 24 quater del decreto-legge n.
119 del 2018;
• euro 2.600.000.000,00 (euro 800.000.000,00 per il 2019 e euro
900.000.000,00 per il 2020 e per il 2021) per gli investimenti
strutturali e infrastrutturali urgenti finalizzati esclusivamente
alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, il ripristino
delle strutture e infrastrutture danneggiate, nonche' all'aumento del
livello di resilienza delle medesime strutture e infrastrutture, a
valere sulle risorse stanziate dall'articolo 1, commi 1028 e 1029,
della legge n. 145/2018 - legge di bilancio 2019.
Referenti: Dipartimento della protezione civile, Commissari
delegati ovvero Province autonome e Soggetti attuatori.
Tempistica: entro il 7 marzo 2019 adozione del DPCM, 30 giorni per
l'adozione e approvazione dei piani, 90 giorni per l'avvio degli
interventi da parte dei soggetti attuatori per interventi di cui
all'articolo 25, lettera d), del decreto legislativo n. 1 del 2018; e
30 giorni per l'effettiva liquidazione.
Riferimento normativo: articolo 1, commi 1028 e 1029, della legge
n. 145 del 2018.
Misure attuative: decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri, ordinanze di protezione civile.
Ambito d'intervento 2
MISURE DI PREVENZIONE
MISSIONE DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL
MARE E RUOLO DI COORDINAMENTO
Azione 5 - Piano operativo dissesto idrogeologico
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, in coerenza con il Piano Stralcio di cui alla Azione 1,
provvede a elaborare il Piano operativo sul dissesto idrogeologico
per l'anno 2019 a valere sulle risorse iscritte nello stato di
previsione del proprio bilancio nonche', nel rispetto di quanto
previsto dalla normativa vigente, delle risorse deliberate dal CIPE,
proponendo eventualmente anche la modifica e rimodulazione di
precedenti disposizioni e deliberazioni.
Nelle more della revisione del quadro regolatorio e delle
iniziative attuative delle Linee guida di cui al seguente Allegato C
e delle azioni di semplificazione di cui all'ambito di intervento 4
del presente DPCM, il Piano operativo per il 2019 e' adottato con
Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sulla
base degli interventi individuati come prioritari dai Commissari
straordinari per il dissesto, in coerenza con i Piani distrettuali di
bacino, non rientranti nei finanziamenti di cui all'articolo 1 comma
1028 della legge 145 del 2018.
Con riferimento alle risorse iscritte nello stato di previsione del
proprio Bilancio, il Ministro dell'ambiente provvede con proprio
decreto ad assegnare alle Regioni, sulla base degli indicatori di
riparto di cui al DPCM 5 dicembre 2016, nonche' della procedura di
cui all'articolo 2, comma 2 del presente decreto, almeno il 30% delle
risorse disponibili a legislazione vigente per il rapido avvio di
interventi e di attivita' di progettazione.
Possono avere corso erogazioni di ulteriori finanziamenti per le
annualita' successive solo a seguito della comunicazione dei
Commissari straordinari della conclusione delle progettazioni e
dell'avvio degli interventi urgenti finanziati in linea con le
risultanze del monitoraggio, ai sensi del decreto legislativo n. 229
del 2011.
Il piano operativo sul dissesto idrogeologico per il 2019 include:
- il quadro composito e la sintesi delle risorse finanziarie
disponibili;
- l'elenco complessivo, riepilogativo o propositivo degli
interventi selezionati, ovvero confermativo, modificativo o
rimodulativo di quelli gia' previsti in precedenti Piani o Patti per
lo sviluppo con le Regioni, finanziati con risorse a valere su leggi
pluriennali di spesa, sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e sul
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);
- la ripartizione dei carichi operativi;
- il sistema di governance operativa e delle collaborazioni
istituzionali;
- il cronoprogramma delle attivita';
- i risultati attesi, anche in termini di impatti e benefici
sociali ed economici;
- una criteriologia piu' referenziata, conosciuta e maggiormente
trasparente di selezione degli interventi;
- un sistema di monitoraggio, reporting e controllo di gestione,
opportunamente potenziato, anche mediante alimentazione e
integrazione delle banche dati esistenti.
Per la copertura finanziaria di tale piano ed interventi si
provvede con le seguenti risorse previste dalle sottoelencate leggi
pluriennali e con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, esposte per
riassunto nel quadro finanziario di cui all'Allegato B del presente
decreto approvativo, nonche', per piu' analitica completezza, nella
seguente ricostruzione:
- per quanto concerne le Leggi Pluriennali:
• Fondi di bilancio del Ministero dell'ambiente: l'art. 1, comma
995, della legge n. 208 del 2015 (Legge di Stabilita' 2016 - Tabella
E), ha istituito, nel bilancio del Ministero dell'ambiente, un Fondo
destinato alla spesa a carattere pluriennale in conto capitale che,
dall'anno 2018 all'anno 2030, prevede uno stanziamento complessivo di
1.796,4 milioni euro, per il finanziamento degli investimenti di
messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico;
• Fondo Investimenti: l'art. 1, comma 140, della legge n. 232 del
2016 (Bilancio 2017) prevede l'istituzione di un Fondo presso il
Ministero dell'economia e delle finanze da ripartire per assicurare
il finanziamento degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale
nel Paese. Gli interventi devono rispondere a esigenze di
strategicita' e cantierabilita'.
Ne e' stato realizzato un Programma di interventi condiviso e
integralmente recepito nel DPCM del 21.7.2017 che ha attribuito al
Ministero dell'ambiente l'importo di 224,34 milioni euro, anch'essi
destinati al completamento della
sezione programmatica individuata dal DPCM del 15.9.2015 (per
interventi ricadenti nelle regioni del centro-nord).
L'articolo 1, comma 1072, della legge n. 205 del 2017 (Bilancio
2018), ha rifinanziato il citato Fondo.
Con il DPCM 28.11.2018 e' stata disposta la ripartizione della
nuova dotazione del Fondo il quale, per il settore di spesa "difesa
del suolo, dissesto idrogeologico", stanzia (nel periodo 2018-2033)
un totale di 2.111,89 milioni euro (di cui 1.492,09 milioni di euro
per il Ministero dell'ambiente, 389,8 milioni di euro per il
Ministero della difesa e 230 milioni di euro per la Presidenza del
Consiglio dei ministri);
• La quota di 1.492,09 milioni di euro comprende anche l'importo di
1.120,5 milioni di euro di cui all'articolo 1, comma 1073, lettera
b), della legge n. 205 del 2017 che ha previsto di destinare tale
stanziamento al finanziamento di interventi di mitigazione del
rischio idrogeologico nelle regioni del centronord. Con l'emanazione
del decreto-legge n. 86 del 2018, il Ministero dell'ambiente e'
diventato l'amministrazione beneficiaria delle citate ulteriori
risorse in materia di mitigazione del rischio idrogeologico,
anch'esse articolate nel citato DPCM 28.11.2018. Il comma 1074
stabilisce che gli interventi di cui al comma 1073, lettera b), sono
individuati nell'ambito di un programma nazionale approvato dal CIPE
su proposta del Ministro dell'ambiente sulla base di un Accordo di
Programma sottoscritto dal Ministro e dal Presidente della Regione o
della Provincia Autonoma interessata.
Per la suddetta copertura finanziaria di tale piano ed interventi
si provvede, in aggiunta, con le seguenti risorse a valere sul Fondo
per lo Sviluppo e la Coesione:
• Piano stralcio aree metropolitane e aree urbane con alto livello
di popolazione esposta a rischio alluvione, per la realizzazione di
interventi, per un importo complessivo di oltre 654 milioni di euro
(a cui si aggiunge un cofinanziamento regionale stimato di oltre 146
milioni di euro, comunque da verificare in sede attuativa);
• Piano Operativo Ambiente - sotto-piano "Interventi per la tutela
del territorio e delle acque". Con delibera CIPE n. 55 del 1.12.2016
e' stato approvato il Piano Operativo "Ambiente" FSC 2014-2020, del
valore complessivo di 1900 milioni di euro. Per la parte dissesto,
nell'ambito del Piano e' stato individuato un programma "Piano frane
ed erosione costiera" finanziato con oltre 280 milioni di euro. Il
POA e' stato successivamente integrato con delibera CIPE n. 99 del
2017 e con delibera CIPE n. 11 del 2018, nella quale e' previsto il
sotto-piano "Interventi per la tutela del territorio e delle acque"
che hanno ad esso destinato ulteriori risorse (oltre 320 milioni di
euro) per il finanziamento di ulteriori interventi contenuti
nell'area programmatica del Piano stralcio aree metropolitane nonche'
interventi selezionati in base alla loro priorita' su RENDIS;
• Patti per lo Sviluppo (risorse FSC 2014-20): il CIPE, con
delibere n. 26/2016, n. 56/2016 e successive, ha destinato l'importo
complessivo di 1.748 milioni di euro (la maggior parte a Regioni del
Mezzogiorno) ai Patti per lo Sviluppo, stipulati dal Governo con le
Regioni e le Citta' metropolitane, per finanziare interventi di
mitigazione del rischio idrogeologico.
Azione 6 - Servizi specializzati di ingegneria e fondo
progettazione
Al fine di potenziare rapidamente la disponibilita'
quali-quantitativa di servizi specializzati di ingegneria, il
Ministero dell'ambiente provvede ad assicurare una speditiva e
efficace assegnazione e rendicontazione delle risorse del cd. "Fondo
progettazione", istituito dall'art. 55 della legge n. 221, del 2015
(cd. "Collegato ambientale"), presso il Ministero dell'ambiente, per
favorire l'avanzamento delle attivita' progettuali delle opere di
mitigazione del rischio idrogeologico e provvedere a rendere le
stesse speditamente cantierabili.
Nel Fondo, come previsto dal DPCM 14.7.2016, sono affluiti 100
milioni di euro assegnati dal CIPE con delibera n. 32 del 2015. Le
risorse del Fondo vengono assegnate ai soggetti
beneficiari-Presidenti delle Regioni in qualita' di Commissari di
Governo contro il dissesto idrogeologico, ex art. 7, comma 2, del
D.L. 12.9.2014, n. 133 (c.d. "Sblocca Italia").
RUOLO DI COORDINAMENTO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA
TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Il Ministero dell'ambiente, in collaborazione con le Autorita' di
bacino distrettuale, l'Istituto Superiore per la Protezione
Ambientale (ISPRA) e il relativo Sistema Nazionale di Protezione
Ambientale, con il Dipartimento della Protezione civile e il relativo
Sistema Nazionale di Protezione civile (relativamente al sistema di
allertamento), il Ministero delle politiche agricole alimentari,
forestali e del turismo e l'Agenzia Spaziale Italiana, provvede:
Azione 7 - Programma di manutenzione del territorio
- a mettere a punto e attuare un Programma ordinario di
manutenzione del territorio nazionale, che preveda anche il
coinvolgimento dei Consorzi di bonifica e enti irrigui, la cui
attivita', a carattere multifunzionale, e' finalizzata alla
prevenzione del dissesto e alla messa in sicurezza del territorio;
Referenti: Ministero dell'ambiente, Autorita' di distretto,
Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo
Tempistica: 6 mesi
Misure attuative:
A) Istruttoria abbreviata sugli elenchi di interventi trasmessi
dalle Autorita' di distretto e dal Ministero delle politiche
agricole, alimentari, forestali e del turismo per il 2019;
B) Approvazione di ciascun programma stralcio nelle rispettive
Conferenze istituzionali permanenti e predisposizione dei relativi
decreti ministeriali per il trasferimento delle risorse;
- Misura 3.2: del decreto legislativo n. 152 del 2006, art. 69:
Programmi interventi di manutenzione, in attuazione degli obiettivi
della pianificazione di bacino dei distretti idrografici.
Azione 8 - Piani di gestione del rischio alluvione
- ad un aggiornamento dei Piani di gestione del rischio alluvione,
nei termini previsti dalla Direttiva comunitaria 2007/60;
Referenti: Ministero dell'ambiente, Autorita' di bacino, ISPRA
(tempo differito), Dipartimento di Protezione civile (tempo reale,
relativamente al sistema di allertamento)
Riferimento normativo: direttiva 2007/60/UE e decreto legislativo
n. 49 del 2010
Tempistica: 12 mesi
Azione 9 - Piani per l'Assetto Idrogeologico (o PAI)
- a mettere a sistema i Piani per l'Assetto Idrogeologico (o PAI),
sulla base di linee guida o di metodologie per sistematizzare tutti
gli elementi ad oggi a disposizione relativi alla stima del rischio
frane e coste al fine di configurare uno scenario complessivo del
rischio quale riferimento necessario per la predisposizione e
attuazione del percorso di valutazione e gestione del rischio secondo
gli indirizzi di livello comunitario ed internazionale;
Azione 10 - linee guida valutazione rischio e cartografie
- all'affinamento di linee guida e/o metodologie per la valutazione
del rischio quantitativo e redazione di cartografie;
Azione 11 - coerenza piani
- alla omogeneizzazione dei suddetti piani;
Referenti: Ministero dell'ambiente, Autorita' di distretto, ISPRA,
Dipartimento della protezione civile per la definizione degli scenari
a supporto della pianificazione
Riferimento normativo: decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Tempistica: 12 mesi
Azione 12 - verifica operativita' delle Autorita' di bacino
distrettuale
- a verificare lo stato di effettiva funzionalita' e piena
operativita' delle Autorita' di bacino distrettuale (istituite con DM
25 ottobre 2016 ai sensi dell'articolo 64 del decreto legislativo 3
aprile 2006, n.152), e della completezza, aggiornamento, adeguatezza
e messa a sistema dei Piani di gestione del rischio alluvioni (PGRA)
e dei Contratti di Fiume;
Azione 13 - supporto della Comunita' Scientifica, Centri di
competenza e di forme di collaborazione con Organismi
tecnico-scientifici
- all'aggiornamento, potenziamento e consolidamento delle basi
scientifiche di informazione e conoscenza dei rischi dei cambiamenti
climatici e idrogeologici ai fini di una piu' efficace programmazione
e governo dell'ambiente e del territorio mediante:
• acquisizione del Rapporto scientifico aggiornato sulla situazione
e sui rischi dei cambiamenti climatici e dissesto;
• predisposizione di un Executive Summary;
• predisposizione di una mappatura e modellizzazione delle aree a
rischio, con georeferenziazione degli interventi programmati e dei
loro effetti;
con il contributo del Ministero delle politiche agricole,
alimentari, forestali e del turismo, del sistema nazionale di
protezione ambientale e di protezione civile, anche ai fini di una
verifica attualizzata di coerenza e funzionalita'.
Ambito d'intervento 3
MISURE DI MANUTENZIONE
MISSIONE DEL MINISTERO DELL'INTERNO E RUOLO DI COORDINAMENTO
Azione 14 - Piano Dissesto Piccoli Comuni
Il Ministero dell'Interno provvede a predisporre un Piano Dissesto
Piccoli Comuni, di contributi per interventi di messa in sicurezza di
scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, concernenti i
Comuni fino a 20.000 abitanti; nonche' nei Comuni delle zone a
rischio sismico 1 e 2 per opere di progettazione definitiva ed
esecutiva relativa ad interventi di miglioramento e adeguamento
antisismico di immobili pubblici e messa in sicurezza del territorio
dal dissesto idrogeologico, al fine di garantire un pieno, coordinato
e efficace utilizzo degli stanziamenti disponibili. A tali fini si
potra' valutare anche un intervento normativo di omogeneizzazione
delle diverse procedure attualmente previste.
La copertura di tali contributi e' prevista a valere sulle seguenti
risorse:
• del Fondo piccoli comuni ex art. 1, commi 107-108-109, della
legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019);
• ex comma 853 e seguenti legge n. 205 del 2017, da utilizzare
anche ai fini della messa in sicurezza del territorio delle risorse
stanziate dalla legge di bilancio 2018, pari a 150 milioni di euro
per il 2018, 300 milioni di euro per il 2019 e 400 milioni di euro
per il 2020, destinate a opere di messa in sicurezza di edifici e
territorio;
• ex articolo 41-bis del decreto-legge n.50 del 2017, pari a 5
milioni di euro per l'anno 2017, 25 milioni per l'anno 2018 e 30
milioni per l'anno 2019.
Al fabbisogno di contributi per interventi per i quali sono gia'
disponibili progetti esecutivi, si provvedera' d'intesa con il
Dipartimento per le politiche di coesione a redigere una specifica
proposta per il finanziamento con ulteriori risorse del Fondo
Sviluppo e Coesione.
MISSIONE DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI,
FORESTALI E DEL TURISMO E RUOLO DI COORDINAMENTO
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo, con il supporto del Dipartimento per le politiche di
coesione, provvede a sottoporre un Piano settoriale urgente di:
Azione 15 - Piano difesa idrogeologica aree montane, agricole e
forestali
- interventi di difesa del suolo e difesa idrogeologica (quali
potrebbero essere gli interventi di manutenzione straordinaria che
comportino il rifacimento o l'ampliamento di opere idrauliche ed
idrogeologiche, nuove opere di difesa idrogeologica dei canali e
corsi d'acqua, interventi di difesa dei versanti da frane e slavine e
sistemazione delle aree in frana, con relativi drenaggi, ecc.),
ovvero di progetti con tipologia prevalente di difesa del suolo a
precipua salvaguardia del potenziale produttivo agricolo, di
infrastrutture legate all'agricoltura e/o integrazione di interventi
di difesa del suolo per renderli utili anche da un punto di vista
agricolo.
Allo stato l'importo totale dei progetti presentati a scopi
ambientali e' pari a euro 1.585.754.216,56.
Azione 16 - schemi irrigui
- miglioramento dell'efficienza degli schemi irrigui esistenti sul
territorio nazionale.
Ad oggi diverse fonti sono disponibili per il finanziamento di
interventi infrastrutturali per fini irrigui e plurimi.
- Programma di sviluppo rurale nazionale 2014-2020 - Sottomisura
4.3 - operazione 4.3.1- Investimenti in infrastrutture irrigue, per
una dotazione di euro 291.000.000.
- Piano operativo agricoltura - Sottopiano 2 Interventi nel campo
delle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle
esondazioni, bacini di accumulo e programmi collegati di assistenza
tecnica e consulenza, per una dotazione di 257.000.000 euro.
- Fondo infrastrutture: attraverso l'articolo 1 comma 140 della
legge n. 232/2016, che ha stanziato risorse per gli anni dal 2017
fino al 2032, il Ministero delle politiche agricole, alimentari,
forestali e del turismo ha finanziato investimenti infrastrutturali
con finalita' prevalenti legate alla prevenzione del dissesto
idrogeologico e risanamento ambientale, in particolare in aree
caratterizzate da problematiche diffuse e con rischio di procedure di
infrazione. Con l'articolo 1, comma 1072, della legge n. 205 del 2017
(Bilancio 2018), e' stato rifinanziato il citato Fondo. Con il DPCM
28.11.2018 e' stata disposta la ripartizione del fondo medesimo,
assegnando al Ministero delle politiche
agricole, alimentari, forestale e del turismo 107.875.361 di euro
per il settore di spesa "infrastrutture, anche relative alla rete
idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione".
- Piano straordinario invasi di cui alla legge 205/2017, art. 1,
comma 523: con DM 526 del 6 dicembre 2018 sono stati individuati 30
progetti in stato di progettazione definitiva ed esecutiva relativi
ad invasi multiobiettivo e il risparmio di acqua negli usi agricoli e
civili per un importo complessivo di 249.882.932,40 di euro di
competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del
Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo.
Azione 17 - Gestione forestale sostenibile
Il Ministero per le politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo, d'intesa con le Regioni e le Province autonome, promuove:
- la gestione forestale sostenibile e la diffusione di pratiche
silvoambientali virtuose, sostenendo la redazione e l'aggiornamento
Piani forestali di indirizzo territoriale (art. 6 comma 3, del
decreto legislativo 3 aprile 2018 n. 34) e la redazione dei Piani di
gestione forestale o di strumenti equivalenti per le proprieta'
singole e associate, pubbliche e private (art. 6 comma 3, del decreto
legislativo 3 aprile 2018, n. 34), con priorita' per estensioni
forestali accorpate superiori ai 10 ettari localizzati in aree a
rischio dissesto idrogeologico individuate dai Piani di bacino e
distretto;
- interventi di gestione forestale sostenibile volti
prioritariamente alla gestione attiva per fini di prevenzione dal
dissesto idrogeologico e del rischio incendio per le proprieta'
pubbliche, private e collettive del bacino o distretto su cui
ricadono, secondo quanto previsto dai Piani di gestione forestale o
strumenti equivalenti gia' approvati dalla Regione o redatti con il
sostegno delle misure di questa azione o dalle misure promosse dai
Programmi di Sviluppo rurale regionali (PSR);
- per le aree individuate a rischio dissesto idrogeologico dai
Piani di bacino e distretto, l'attuazione degli interventi e delle
misure agrosilvopastorali dei Programmi di Sviluppo Rurale regionale,
specificatamente volte al perseguimento degli obiettivi di
contenimento del dissesto idrogeologico;
- il presidio attivo e la vigilanza impegnata del territorio con
particolare attenzione alle aree collinari e montane, mediante la
valorizzazione a fini attuativi dei diversi soggetti presenti sul
territorio (pubblici e privati, singoli o associati).
Ad oggi diverse fonti sono disponibili per il finanziamento di
interventi forestali per fini plurimi:
Programmi di sviluppo rurale 2014-2020
- Misura 8 (Sottomisura 8.1 - sostegno per l'imboschimento e la
creazione di boschi, (costi di impianto e manutenzione, premio ad
ettaro per i mancati redditi); 8.2 - sostegno all'allestimento di
sistemi agroforestali (costi di impianto e manutenzione); 8.3 -
sostegno per la prevenzione delle foreste danneggiate da incendi,
calamita' naturali ed eventi catastrofici; sostegno per il restauro
delle foreste danneggiate da incendi, calamita' naturali ed eventi
catastrofici; 8.5 - sostegno per investimenti diretti ad accrescere
la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali; 8.6
- sostegno per investimenti in tecnologie forestali e nella
trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti
forestali e Misura 15 Servizi silvoclimaticiambientali e
conservazione delle foreste per una dotazione di 1.352.142.432 euro
per il periodo 2014-2020.
Piano operativo agricoltura (FSC)
- Sotto-piano 3 Interventi nel campo della pianificazione e
gestione forestale di proprieta' pubbliche e private associate o
consorziate, per una dotazione di 5.000.000 di euro.
Azione 18 - Progetto riforestazione
- Il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e
del turismo, d'intesa con le Regioni e le Province autonome,
predispone un Piano straordinario di recupero dei terreni abbandonati
e di difesa dei boschi («Progetto-Bandiera») con:
- misure di incentivazione per i titolari della gestione delle
proprieta' forestali pubbliche, private e collettive, anche associate
o consorziate tra loro, con priorita' per le superfici accorpate
superiori ai 10 ettari, che attivino azioni volte a promuovere
sistemi di pagamento anche volontari, dei servizi ecosistemici
generati dalle attivita' di gestione forestale sostenibile e
dall'assunzione di specifici impegni silvo-ambientali ai sensi
dell'articolo 8, comma 8, del decreto legislativo 3 aprile 2018, n.
34, con particolare riferimento alla prevenzione del dissesto
idrogeologico, alla riduzione dei coefficienti di deflusso, alla
prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi;
- misure di incentivazione per proprietari pubblici e privati,
anche associati o consorziati, che avvino progetti di
rinaturalizzazione dei rimboschimenti artificiali realizzati con
specie alloctone, o realizzino nuovi rimboschimenti permanenti di
aree a rischio idrogeologico e di versanti in dissesto, ricorrendo a
specie autoctone, nonche' al ripristino di aree dove recenti eventi
di disturbo hanno creato estesi fenomeni di sofferenza o moria di
piante, anche in deroga alle vigenti norme di limitazione temporanea
dei rimboschimenti per le aree percorse da incendio.
Azione 19 - Trasformazione del danno forestale in risorsa
- Recupero, stagionatura e valorizzazione del legname dei tronchi
abbattuti dalle intemperie.
Le tempeste ed i forti venti dello scorso mese di novembre hanno
arrecato gravissimi danni al manto forestale delle Alpi e degli
altipiani veneti. Si calcola che in pochissimi giorni il maltempo
abbia abbattuto piu' di 13 milioni di alberi, in particolare conifere
d'alto fusto, per un totale complessivo di 14 milioni di metri cubi.
Oltre all'incalcolabile danno all'ecosistema, risulta compromessa
un'economia montana basata in maniera significativa sullo
sfruttamento razionale delle foreste, mentre insufficiente appare la
potenzialita' delle locali segherie e luoghi di stoccaggio.
Com'e' noto, il fabbisogno italiano di legno utilizzato per la
carpenteria e per l'importante industria dell'arredamento viene
soddisfatto solo parzialmente dalla produzione nazionale. Nel 2015
l'importazione di legname, tondo e segato, ha raggiunto i 10,34
milioni di metri cubi annui a fronte di una produzione interna di
6,46 milioni di metri cubi, per una spesa totale per l'importazione
di circa 1.200 milioni di Euro.
I tronchi abbattuti dalle intemperie rappresentano quindi da una
parte un danno alla coltura razionale dei boschi, dall'altra una
risorsa resasi purtroppo tutta insieme disponibile e che dovra'
essere comunque rapidamente recuperata, messa al sicuro e
gradualmente commercializzata.
Il presupposto di questa complessa operazione e' sottrarre quanto
prima il legno al degrado atmosferico ed agli attacchi di funghi e
parassiti. Si tratta cioe' anche di individuare grandi spazi asciutti
di stoccaggio per questi milioni di tronchi, in modo da garantirne la
conservazione e l'eventuale stagionatura.
In molte aree interessate e' presente una significativa quantita'
di capannoni, gia' ad uso industriale o commerciale, inutilizzati a
causa della crisi economica o degli eventi. Su tali edifici gravano
tasse come l'IMU, che l'attuale Governo si accinge a ridimensionare.
Questi capannoni sembrano il posto ideale per lo stoccaggio delle
enormi quantita' di legname da recuperare.
Il Governo potrebbe agevolare la messa in sicurezza di
un'importante risorsa quale il legname abbattuto delle nostre
montagne, verificando la possibilita' di proporre una misura
legislativa di esonero dall'IMU dei capannoni cosi' riutilizzati, pur
lasciando ai privati la libera contrattazione, salvo comprova degli
eventuali rapporti di locazione e di adeguamento dei siti.
Una prima concreta e significativa risposta alla problematica e'
gia' prevista dalla Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione
civile n. 558 del 15 novembre 2018.
Nelle aree colpite da estesi danni ai boschi in conseguenza del
ciclone VAIA e censiti dalle Regioni e Province autonome ai sensi
dell'Ordinanza di protezione civile n. 558 del 15 novembre 2018 e
successive modificazioni ed integrazioni, il Ministero delle
politiche agricole, alimentari, forestale e del turismo, d'intesa con
le Regioni e le Province autonome, individua le aree e le metodologie
piu' idonee, per ogni area, per l'esbosco delle piante abbattute e la
loro custodia, predispone all'uopo adeguate forme di incentivazione o
rimborso delle spese sostenute, consentendone la messa in vendita in
tempi scalari, al fine di mantenere adeguati i prezzi di mercato e
valorizzarne gli usi a cascata ed evitando qualsiasi forma di
sovracompensazione.
Nelle aree private della copertura forestale, di proprieta'
pubblica e privata, con priorita' per i boschi di protezione diretta
di cui all'articolo 3, comma 2, lettera r), del decreto legislativo 3
aprile 2018, n. 34, incentiva interventi di idraulica forestale e
ingegneria naturalistica per la prevenzione dei fenomeni di dissesto.
Ruolo della Comunita' Scientifica, Centri di competenza e di forme
di collaborazione con Organismi tecnico-scientifici
Azione 20 - sistema tecnologico nazionale di gestione della
informazione geografica e ambientale
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con il Dipartimento per
la programmazione e il coordinamento della politica economica, con il
Dipartimento della Protezione civile, in collaborazione con il
Ministero dell'ambiente, con l'Agenzia Spaziale Italiana e con
l'Ispra, perseguono, con le risorse disponibili a legislazione
vigente, la realizzazione di un sistema tecnologico nazionale di
gestione della informazione geografica e ambientale, mediante
l'impiego delle capacita' satellitari nazionali e strumenti operativi
di osservazione della terra dallo spazio, con monitoraggio in
continuo del territorio.
Ai suddetti fini si avvalgono anche dei servizi individuati dalle
diverse comunita' di utenti nell'ambito del Programma Europeo di
osservazione della terra COPERNICUS. Ulteriori informazioni di tipo
geografico, potranno essere reperite attraverso il Sistema
informativo agricolo nazionale (SIAN), gia' utilizzato da Agea per la
gestione di tutte le misure relative alla Politica agricola comune e,
relativamente alla localizzazione delle infrastrutture irrigue e di
bonifica, dal Sistema Informativo Nazionale per la gestione delle
Risorse Idriche in Agricoltura (SIGRIAN) gestito dal CREA Politiche e
Bio-economia, che raccoglie informazioni di natura gestionale,
infrastrutturale e agronomica nelle aree di irrigazione collettiva
(Consorzi di Bonifica, di Miglioramento fondiario ecc.) e che puo'
consentire la localizzazione delle aree degli interventi programmati
e realizzati dagli enti irrigui al fine di collegarle ai fabbisogni
di intervento legati al contrasto al dissesto.
In funzione di quanto precede l'Agenzia Spaziale Italiana e l'Ispra
adeguano i rispettivi piani e programmi di attivita', a supporto del
Ministero dell'ambiente e del Dipartimento della Protezione civile,
anche al fine:
ϒ dello sfruttamento delle capacita' e delle tecnologie spaziali di
osservazione della terra per lo sviluppo di una infrastruttura
tecnologica ambientale (ITA), basata su una piu' ampia e performante
utilizzazione delle capacita' del sistema satellitare nazionale
COSMO-SKYMed, in grado di garantire prestazioni di osservazione radar
ad alta risoluzione in ogni condizione di tempo, ed elevate
possibilita' di analisi e stime, mediante la ricerca e utilizzazione
di avanzati modelli previsionali, nonche' del suddetto sistema
europeo COPERNICUS;
ϒ della realizzazione di un innovativo sistema di metadati per la
gestione della informazione geografica e ambientale, in attuazione
della direttiva europea INSPIRE, da rendere disponibile agli enti
locali, ai responsabili ai diversi livelli della pianificazione
urbanistica, paesaggistica e territoriale, alle strutture di ricerca
universitarie e degli enti ed organismi di ricerca, al sistema delle
imprese, agli ordini professionali tecnici, e alla
cittadinanza attiva, per migliorare la completezza e la qualita'
dei dati a beneficio di una piu' accurata conoscenza e programmazione
dell'ambiente e del territorio, in una prospettiva non piu' solo
emergenziale, ma di politiche attive di piu' incisiva prevenzione,
governo e controllo;
ϒ dell'attuazione di un progetto iniziale di integrazione
dell'archivio MAPItaly (immagini CosmoSkyMed) dell'ASI nel Geoportale
Nazionale del Ministero dell'ambiente, includendo le acquisizioni in
tempo reale e le elaborazioni on demand su aree ad elevata criticita'
per emergenza e/o monitoraggio idrogeologico, anche tramite il
supporto della catena di processamento dati militare (Pratica di
Mare). La piena disponibilita' per il Geoportale Nazionale
dell'archivio MAPItaly puo' garantire la continuita' di osservazione
interferometrica (frane, deformazioni del suolo e di manufatti)
iniziata con il Piano Straordinario di Telerilevamento per aree ad
elevata vulnerabilita' o esposizione e ferma al 2013, consentendo di
valutare eventuale estensione a tutto il territorio nazionale, cosi'
come richiesto da vari livelli della pubblica amministrazione.
L'eventuale capacita' di acquisizione diretta di dati a valore
aggiunto (post-processati) dalla costellazione nazionale satellitare
CSK consentirebbe rapida ed autonoma capacita' del Ministero
dell'ambiente e delle pubbliche amministrazioni coinvolte
nell'osservazione diurna e notturna del territorio nazionale anche in
condizioni atmosferiche sfavorevoli. La completezza del dato radar
proveniente da CSK consente analisi ed osservazioni utili per le
problematiche relative a frane (Monitoraggio) ed alluvioni
(Valutazione dello scenario e Stima del danno). Le informazioni cosi'
acquisite saranno ulteriormente integrate con il sistema di
monitoraggio e gestione dei procedimenti dell'Amministrazione in
corso di sviluppo presso il Ministero dell'ambiente, consentendo
cosi' di poter compiutamente svolgere attivita' di geoanalisi per la
corretta valutazione pre (conoscitiva) e post (monitoraggio effetti)
degli interventi posti in essere;
ϒ della realizzazione di un centro di competenza per lo sviluppo e
la gestione di una specifica applicazione innovativa di carattere
scientifico, satellitare e digitale, focalizzata sulla conoscenza e
analisi situazionale e predittiva, a fini della verifica di coerenza,
adeguata programmazione e controllo degli interventi connessi alle
necessita' ed urgenze del dissesto idrogeologico.
Azione 21 - Attuazione dell'Agenzia Meteorologica Nazionale,
attestata sul Dipartimento di Protezione civile
Istituzione e impegno di sostegno dell'Agenzia ItaliaMeteo, ex
commi 549 e ss., della legge 205 del 2017, la nuova Agenzia Nazionale
per la Meteorologia e la Climatologia, e la sua migliore integrazione
e messa a sistema con il nuovo Data Centre del Centro Europeo per le
previsioni Meteorologiche a medio termine (ECMWF), dedicati alla
gestione dei metadati ambientali, basata su una capacita' di calcolo
ad altissime prestazioni e sulla ricerca e utilizzazione dei piu'
avanzati modelli predittivi. Il Centro, che ha sede a Reading, nel
Regno Unito, ha deciso di trasferire la sua struttura di supercalcolo
a Bologna, dove sara' operativa entro la fine del 2020.
Tale sistema contribuira' a meglio razionalizzare, organizzare e
aggregare il settore meteo italiano oggi caratterizzato da competenze
altamente frammentate in capo ad una moltitudine di attori pubblici a
vari livelli territoriali, nonche' a garantire adeguati investimenti
per qualita' ed omogeneita' dei dati anche ai fini della prevenzione
e del contrasto degli effetti del dissesto idrogeologico e
dell'attivazione di misure di mitigazione/adattamento ai cambiamenti
climatici.
Tra i compiti, pertanto, quello di sovrintendere al Sistema Meteo
Unitario Nazionale quale misura di coordinamento degli enti italiani
attualmente competenti in meteorologia per consentire di uniformare
la qualita' dei dati.
Saranno cosi' massimizzate le capacita' di previsioni del tempo,
per riuscire ad anticipare al massimo possibile gli eventi ad alto
impatto come tempeste di vento, inondazioni e ondate di calore, e
consentire cosi' ai servizi meteorologici e di emergenza nazionali di
proteggere al meglio vite umane e proprieta' in un clima sempre piu'
mutevole.
In particolare sara' garantita la fornitura di dati omogenei e di
elevata qualita' alle "Autorita' statali e regionali preposte alle
funzioni di protezione civile, alla tutela della salute e
dell'ambiente, alle scelte di politica agricola, nelle decisioni di
rispettiva competenza, ivi comprese, in particolare, quelle da
adottarsi nell'ambito del Sistema di allerta nazionale per il rischio
meteo-idrogeologico e idraulico, nonche' per l'attuazione del piano
sull'agricoltura di precisione e di misure di mitigazione e
adattamento ai cambiamenti climatici".
Allo stesso tempo si rende possibile rappresentare unitariamente
l'Italia all'estero anche ai fini di attrarre i finanziamenti
internazionali in materia, anche con l'obiettivo di razionalizzare il
settore nazionale mettendo in rete le risorse gia' previste a
legislazione vigente.
Referenti: PCM, Regioni, Comitato di Indirizzo per la Meteorologia
e Climatologia
Misure attuative:
A) Approvazione dello Statuto e del regolamento dell'Agenzia
ItaliaMeteo, attivazione della sede centrale dell'Agenzia.
Azione 22 - Programma di manutenzione delle reti di monitoraggio
idro-meteo-clima
Individuazione delle risorse che permettano livelli omogenei e
adeguati al servizio richiesto delle reti regionali e di monitoraggio
nazionale idrometeoclima, sia a supporto del sistema di protezione
civile che di quello ambientale, governati rispettivamente da SNPC e
da SNPA.
Nel contesto si prevede, altresi', di attuare l'integrazione dei
dati della Rete Agrometeorologica Nazionale, costituita dalle
centraline automatiche localizzate in zone a principale vocazione
agricola. Le grandezze agrometeorologiche rilevate dalle centraline
RAN sono utilizzate per la ricostruzione degli eventi meteorologici
(temperatura, precipitazione, umidita' relativa, ecc.) e il
monitoraggio della stagione agraria. I dati rilevati sono sottoposti
a sistematici controlli di correttezza e consistenza fisica e
meteoclimatica prima di essere archiviati nella Banca Dati
Agrometeorologica Nazionale del SIAN e utilizzati per il monitoraggio
agrometeorologico.
Referenti: Dipartimento della Protezione civile, SNPC, Ministero
dell'ambiente, SNPA
Tempistica: Immediata
Azione 23 - Ottimizzazione dei sistemi di allertamento
Finanziamento, previa individuazione delle risorse finalizzate agli
scopi, delle azioni finalizzate alla "crescita della resilienza"
delle popolazioni, attraverso l'organizzazione di attivita' di
formazione sui temi del rischio idrogeologico/idraulico e della sua
gestione da attivare nelle Scuole e in tutti gli ambiti e ai vari
livelli territoriali; promozione e realizzazione di nuove tecnologie
per il miglioramento delle comunicazioni di allerta all'interno del
sistema di protezione civile e che comprenda anche i cittadini.
Referenti: Dipartimento della Protezione civile (relativamente al
sistema di allertamento), SNPC
Riferimento normativo: Codice di protezione civile (decreto
legislativo n. 1 del 2018 e DPCM 27 febbraio 2004)
Tempistica: Immediata
Azione 24 - Rafforzamento sorveglianza ambientale con le risorse
disponibili finalizzate agli scopi a legislazione vigente
Coinvolgimento Arma dei Carabinieri (CUFAA) - Sentinelle del
Territorio
Referenti: Ministero della difesa, Ministero dell'ambiente,
Ministero dell'interno, Ministero delle politiche agricole,
alimentari, forestali e del turismo, Protezione civile, Regioni.
Tempistica: Immediato
Misure attuative:
A) prevedere che i Carabinieri del Comando unita' per la tutela
forestale, ambientale e agroalimentare, specializzati in tutela
dell'ambiente e degli ambienti ecosistemici, siano coinvolti,
mediante appositi accordi regione per regione, in azioni di presidio
del territorio, di sorveglianza delle aree a maggiore rischio
idrogeologico e di verifica degli interventi finanziati. Cio' potra'
avvenire tramite Accordo quadro Stato-Regioni-Comando Generale dei
Carabinieri per definire le finalita', i meccanismi di attivazione, i
costi e le relative coperture (per le Regioni a statuto speciale e le
Province autonome di Trento e Bolzano, l'opportunita' di un
coinvolgimento dei rispettivi Corpi Forestali);
B) promuovere un sistema nazionale volontario di guardia
ambientale, anche mediante l'individuazione - sulla base di una
rigorosa procedura di evidenza pubblica, e di requisiti
particolarmente elevati - di una o piu' Associazioni, in
primis ambientaliste o del personale in congedo o pensionato delle
Forze Armate o di Polizia, ufficialmente riconosciute e di carattere
nazionale, da convenzionare con il Ministero dell'Ambiente, in
Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo, con l'Arma dei Carabinieri (CUFA) e con il Dipartimento
della Protezione civile - per strutturare una funzione di interesse
pubblico ed ausiliaria dei pubblici poteri nel settore, percio'
sussidiaria e di prossimita', ma il piu' possibile qualificata e
professionale, preordinata alla vigilanza e presidio attivi
dell'ambiente, del territorio e del mare.
Ambito d'intervento 4
MISURE DI SEMPLIFICAZIONE DA REALIZZARE ANCHE CON APPOSITI INTERVENTI NORMATIVI
RAFFORZAMENTO ORGANIZZATIVO E DELLA GOVERNANCE
Le competenti Amministrazioni e Dicasteri assicurano ogni opportuna
misura, sul piano della iniziativa legislativa, istituzionale,
amministrativa e tecnica, finalizzate a realizzare una consistente
razionalizzazione organizzativa, con rafforzamento della governance,
potenziamento del sistema di gestione ordinaria, e una sostanziale
semplificazione dei processi, volte a favorire la massima
effettivita' e efficacia delle azioni, informata ai criteri e
requisiti, che troveranno corpo in un organico separato plesso
normativo, identificati nell'apposito Allegato C), da intendersi come
specifiche Linee Guida.
In via immediata, in funzione delle predette esigenze di
semplificazione e in attuazione dei suddetti principi e prescrizioni,
si procede in parallelo alle seguenti ulteriori Azioni:
Azione 25 - Sistema RENDIS
Rendere piu' efficace ed efficiente il sistema RENDIS e il
meccanismo di rendicontazione dei progetti, integrandolo con la Banca
dati delle Pubbliche amministrazioni (BDAP) del MEF ai sensi del
decreto legislativo n. 229/2011.
Referenti: Ministero dell'ambiente, Protezione civile, Ministero
dell'economia e delle finanze, Dipartimento per le politiche di
coesione, Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e
del turismo, Regioni, ISPRA
Tempistica: Entro 6 mesi
Misure attuative:
A) Semplificare i contenuti del D.P.C.M. del 28.05.2015 (Criteri di
attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio
idrogeologico), prevedendo, in particolare di:
1. semplificare e velocizzare il sistema RENDIS e la procedura
istruttoria;
2. coinvolgere le Autorita' di Distretto fin dall'inserimento degli
interventi in RENDIS per la verifica di coerenza con la
pianificazione di distretto;
3. individuare le opere accessorie ammissibili;
4. adottare criteri di premialita' nell'assegnazione delle risorse;
5. definire modalita' affinche' le Regioni possano individuare una
percentuale di interventi (ad esempio il 30%) al di fuori dell'ordine
di priorita' delle graduatorie di RENDIS;
6. costituire un gruppo di lavoro (tra Presidenza del Consiglio dei
ministri, Ministero dell'ambiente, Ministero dell'economia e delle
finanze, ISPRA) che individui modalita' e tempi per l'interazione tra
RENDIS e le altre banche dati pubbliche nelle quali confluiscono
informazioni identiche e/o tra esse correlate, allo scopo di disporre
di uno strumento unico e onnicomprensivo e di semplificare / ridurre
gli adempimenti richiesti alle Regioni.
B) Sotto l'aspetto informatico, e' necessario applicare il
principio di unicita' dell'invio, a vantaggio delle stazioni
appaltanti facendo si' che RENDIS:
1. acceda automaticamente ai dati trasmessi alla BDAP (che fanno da
base dati univoca delle informazioni finanziarie e di avanzamento
lavori);
2. continui a rilevare le informazioni tecniche non previste dal
tracciato BDAP ai sensi del decreto legislativo n. 229/2011.
Azione 26 - Incremento fondi per la progettazione
Referenti: Ministero dell'ambiente
Tempistica: Entro 3 mesi
Misure attuative:
A) prevedere che una quota parte delle risorse sia destinata a
coprire le spese di progettazione, a prescindere dal fondo
progettazione, anche attraverso una revisione delle spese ammissibili
e dei lavori ammissibili nell'ambito degli interventi da parte del
Commissario che potra' condurre a possibili economie;
B) il Dipartimento per la Coesione Territoriale, in collaborazione
con l'Agenzia per la Coesione, si impegna a istituire un autonomo
Fondo per la progettazione per supportare le Amministrazioni nella
progettazione e realizzazione degli interventi, finanziato
prioritariamente attraverso le risorse del Fondo di sviluppo e
coesione, al fine di sostenere, possibilmente a fondo perduto e senza
vincolo di destinazione territoriale, i costi della progettazione
tecnica di beni ed edifici pubblici dei progetti infrastrutturali che
abbiano avuto la valutazione positiva da parte delle strutture del
DPCOE, in collaborazione con i Ministeri competenti. In particolare
il Fondo potrebbe finanziare progetti esecutivi relativi a interventi
sul rischio idrogeologico anche in funzione della nuova
programmazione 2021.2027 e/o con riprogrammazioni delle risorse
attualmente assegnate ai vari Programmi e Piani finanziati con l'FSC.
Azione 27 - Snellimento delle procedure per l'attuazione degli
interventi e la realizzazione delle opere
Referenti: Ministero dell'ambiente
Tempistica: Entro 3 mesi
Misure attuative:
A) Al fine di garantire maggiore disponibilita' finanziaria sulle
Contabilita' speciali (trattandosi di contabilita' di cassa e non di
competenza), si rende necessario impostare le delibere CIPE che
disciplinano le modalita' di trasferimento delle risorse FSC ai
Commissari di Governo prevedendo una maggiore anticipazione iniziale
(superiore all'attuale 10%) e concentrare i successivi trasferimenti
in un minor numero di tranche (attualmente fino a 18), di importo
maggiore, tenendo conto dello stato di avanzamento dei lavori;
B) Si prevede di riconoscere, automaticamente, a ciascuna Regione
una quota fissa (il 20%) dei fondi per il dissesto definiti
dall'Accordo di Programma Stato-Regioni a prescindere dalla
progettazione e dalle attivita', per sostenere spese connesse ad
opere di manutenzione ordinaria di semplice realizzazione e scarso
valore individuale (esempio: pulitura argini dei fiumi; rimozione
materiali edili etc.). Tale quota verra' rendicontata dalla Regione a
opere realizzate entro tempi certi: allo scadere del tempo fissato
dalla legge, i fondi ritorneranno allo Stato che li potra' destinare
alle Regioni piu' virtuose con un meccanismo di premialita'.
Azione 28 - Revisione dei poteri dei Commissari straordinari per il
dissesto idrogeologico anche con appositi interventi normativi
Referenti: Ministero dell'ambiente, ministero dell'economia e delle
Finanza
Tempistica: Entro 3 mesi
Misure attuative:
A) Razionalizzare i poteri dei commissari previsti dalla normativa
vigente (dal decretolegge n. 91 del 2014 al decreto-legge n. 133 del
2014, fino alle recenti innovazioni normative) e anticipare ogni
forma di partecipazione di altre Autorita' nella fase iniziale, con
tempi certi e precise responsabilita' attuative;
B) prevedere l'obbligatorieta' della nomina di un soggetto
attuatore, limitandone la scelta in un dirigente di ruolo della
Regione, cosi' da assicurare una relazione costante tra quest'ultimo
e il Presidente-Commissario;
C) prevedere che il Commissario possa assumere obbligazioni
giuridicamente vincolanti prescindendo dall'effettiva disponibilita'
di cassa, quando la copertura della spesa sia garantita da afflussi
in contabilita' speciale distribuiti su piu' esercizi.
Azione 29 - Coordinamento tecnico per l'utilizzo dei fondi per la
prevenzione
Referenti: Ministero dell'ambiente
Tempistica: Entro 3 mesi
Misure attuative:
A) proposta di istituzione, con apposita disposizione normativa e
relativa autorizzazione di spesa, di una specifica segreteria tecnica
presso il Ministero dell'ambiente, che abbia il compito di coordinare
specifiche task force regionali e vigilare sull'utilizzo dei fondi,
supportando le amministrazioni regionali anche nella fase di
caricamento dei progetti nel sistema RENDIS.
Azione 30 - Task force per accelerazione interventi
Referenti: Ministero dell'ambiente
Tempistica: Entro settembre 2019
Misure attuative:
A) Il Ministero dell'ambiente, a valere sulle risorse destinate
all'Assistenza tecnica nell'ambito del Piano Operativo Ambiente FSC,
di cui alle delibere CIPE n. 55 del 2016 e n. 11 del 2018, istituisce
apposite task force, sul modello di quelle in procinto di essere
costituite assieme alla Commissione europea, volte ad una
cooperazione rafforzata per l'accelerazione degli interventi
finanziati con il FESR, che potranno affiancare, ciascuna Regione che
lo richieda nelle fasi di progettazione e realizzazione degli
interventi, al fine di superare criticita' tecnicoamministrative che
dovessero eventualmente ritardare o impedire la realizzazione degli
interventi, operando per il tempo strettamente necessario al
superamento delle criticita';
B) Sottoscrizione di una specifica Convenzione gia' definita nei
contenuti con la Sogesid S.p.A. ovvero l'Agenzia Nazionale per
l'attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d'impresa (INVITALIA)
per l'assistenza tecnica e specialistica a supporto della
programmazione, della gestione e dell'attuazione del sotto-piano
"Interventi per la tutela del territorio e delle acque" della
competente Direzione Generale del Ministero dell'ambiente, con
particolare riferimento all'attuazione degli interventi strategici di
cui al settore "Mitigazione del Rischio idrogeologico e di erosione
costiera";
C) Disponibilita' dell'Agenzia per la Coesione a supportare le task
force regionali su attuazione degli interventi finanziati attraverso
FSC e FESR.
Azione 31 - Interventi Finanziati con il Fondo europeo di sviluppo
regionale (FESR)
Referenti: Dipartimento Politiche per le politiche di coesione -
Agenzia per la Coesione - Ministero dell'ambiente
Tempistica: attivazione entro il primo semestre del 2019,
esecuzione dell'azione almeno fino al 2020
Misure attuative: Accordo di cooperazione rafforzato con Regioni
del Sud (Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania,
Molise, Abruzzo) e Lazio, Liguria, Veneto, Marche
A) Definizione a breve di un accordo di cooperazione con la
Commissione europea per accelerare la realizzazione degli interventi
previsti nei Piani. Al riguardo sono previste una Task force centrale
composta da Commissione europea, DPCOE/Agenzia per la coesione e
Ministero dell'ambiente per il coordinamento e la risoluzione di
criticita' che coinvolgono altre amministrazioni centrali, nonche'
delle Unita' operative coordinate dall'Agenzia per la coesione per
l'assistenza in loco ai singoli Programmi, consentendo di migliorare
il coordinamento e l'accelerazione degli interventi regionali
finanziati attraverso l'FSC.
B) Con giusta tempestivita' l'Italia ha indicato alla Commissione
europea come gli interventi per il contrasto al rischio idrogeologico
debbano rappresentare una delle priorita' da finanziare con i Fondi
della nuova programmazione 2021-2027. Tale priorita' e' stata
condivisa dalla Commissione europea e ribadita nel Country report che
verra' presentato a marzo. E' pertanto fondamentale iniziare a
lavorare da subito sulla nuova programmazione al fine di individuare
le priorita' di intervento da inserire nell'Accordo di partenariato
e, soprattutto, un carnet di interventi finanziabili, gia' in
avanzato stato di progettazione e quindi in grado di produrre spesa
gia' dal 2021.
Azione 32 - Razionalizzazione della normativa in materia di
dissesto idrogeologico
Referenti: Ministero dell'ambiente e Ministero delle politiche
agricole, alimentari, forestali e del turismo.
Tempistica: Entro 3 mesi
Misure attuative:
A) Analisi degli interventi del legislatore in materia di rischio
idrogeologico al fine della semplificazione, attraverso anche
abrogazioni esplicite, di norme inattuate o di scarsa efficacia;
B) Revisione del Codice dell'ambiente, e in particolare delle
disposizioni contenute nella Terza Parte "Difesa del suolo e tutela
delle acque", anche al fine di semplificare le procedure relative al
finanziamento degli interventi di prevenzione del rischio
idrogeologico;
C) Revisione delle disposizioni di cui al decreto-legge n. 109 del
2018, e in particolare all'articolo 40.
Azione 33 - Istituzione del "Green manager"
Referenti: Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero
dell'ambiente
Misure attuative:
Istituire negli enti pubblici territoriali la figura professionale
del "Green Manager" ovvero di una professionalita' preposta ad
assicurare la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, scelta tra
laureati nei settori ambientali (da ingegneria e scienze ambientali
ad economia ambientale, agrarie e forestali), definiti da uno
specifico DPCM. Tali soggetti, che assorbono anche la figura del
"Mobility Manager", hanno il compito, sul territorio, di presidiare
le azioni per la tutela ambientale;
L'istituzione in via sperimentale del "Green Manager" potrebbe
avvenire attraverso l'utilizzo dei fondi del Ministero dell'ambiente
sui cambiamenti climatici. A tali figure potra' essere richiesta una
rendicontazione annuale sul risparmio ambientale posto in essere.
Azione 34 - Assicurazione contro le calamita' naturali
Referenti: Ministero dell'economia e delle finanze, Protezione
civile, Dipartimento della Coesione, Ministero delle politiche
agricole, alimentari, forestali e del turismo
Misure attuative con appositi interventi di studio e normativi:
Si dovra' verificare la fattibilita', in interlocuzione con ANIA e
con altri stakeholders ed esperti di settore, sulla base di un quadro
aggiornato di dati scientifici sul rischio specifico e sul suo
profiling, di una assicurazione facoltativa incentivata a tutela dei
rischi di danno derivanti da calamita' naturali.
L'ipotesi prevede la possibilita' di recuperare l'onere del premio
assicurativo mediante forme di agevolazione fiscale, verificando la
possibilita' di ammissione a forme compatibili di cofinanziamento
comunitario, eventualmente verificando la possibilita' di utilizzare
a copertura della misura una parte dei proventi delle aste per i
permessi di emissione di anidride carbonica, che la legge destina per
almeno il 50% ad azioni contro i cambiamenti del clima.
Analogo esercizio di verifica potrebbe estendersi alla possibilita'
di rimodulazione del carico fiscale su attivita' o produzioni
maggiormente inquinanti.
Un riferimento comparativo puo' rinvenirsi nel modello di
assicurazione per calamita' in agricoltura basato su una soluzione di
co-finanziamento europeo, con l'ipotesi di rendere lo stesso
facoltativo per un periodo sperimentale, dove con una spesa annua
(cofinanziata dal FEASR) di poco superiore ai 200 milioni di euro, si
assicura un volume di produzione lorda vendibile di circa 7/8
miliardi di euro.
Allegato B
Quadro composito delle risorse allocate e complessive disponibili a carattere ricognitivo
Vedere il file in pdf alla fine della pagina
Allegato C
Misure di semplificazione, rafforzamento organizzativo
e della governance
I seguenti criteri e requisiti si assumono a Linee Guida per le
diverse e concorrenti azioni e misure, da attuarsi sul piano della
iniziativa legislativa, istituzionale, amministrativa e tecnica,
finalizzate a realizzare una consistente razionalizzazione
organizzativa, con rafforzamento della governance, un potenziamento
del sistema di gestione ordinaria e una sostanziale semplificazione
dei processi:
• una nuova governance rafforzata, incentrata sul raccordo tra la
Cabina di Regia Strategia Italia (partecipata dalle competenti
Amministrazioni e dai Presidenti di Regione volta per volta
interessati) e la competenza del Ministero dell'ambiente, in grado di
promuovere una sorta di "finanza unificata", che renda piu' agevole
l'allocazione delle risorse, piu' efficace l'attuazione degli
interventi e il controllo dei flussi, tenendo anche conto dei
contributi della Cabina di Regia Investitalia;
• un modello di selezione degli interventi basato su una
piattaforma multicriteria e su una valutazione condivisa nella sede
della Cabina di Regia, nonche' su graduatorie a base regionale degli
interventi da eseguire;
• adozione di forme di valorizzazione/penalizzazione nei confronti
delle regioni, con accentuazione delle funzioni di surroga;
• rafforzamento delle responsabilita' di attuazione degli
interventi, mediante l'obbligo di individuazione del soggetto
attuatore e la massimizzazione dei poteri derogatori e sostitutivi
dei Commissari straordinari del dissesto idrogeologico, anche ai fini
dell'avvalimento del supporto di societa' in house delle pubbliche
amministrazioni per l'assistenza tecnica e amministrativa, la
progettazione e i servizi di stazione appaltante;
• migliore organizzazione dell'ufficio dei commissari straordinari
presso i Presidenti delle Regioni interessate, per costituire
effettive condizioni di agibilita' tecnica e procedurale;
• istituzione di apposite task force del Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare, che potranno supportare i
Commissari di Governo e i Soggetti Attuatori nelle fasi di
programmazione, attuazione e monitoraggio degli interventi di
mitigazione del dissesto idrogeologico, su specifiche criticita'
tecnico-amministrative riscontrate, che potrebbero ritardare o
impedire la realizzazione degli interventi finanziati;
• nuove modalita' di erogazione dei finanziamenti, attraverso le
seguenti azioni:
° garantire maggiore disponibilita' di cassa;
° passaggio dal sistema del rimborso a quello degli acconti
garantiti, con semplificazione e riduzione delle tranches dei
trasferimenti;
• unita' del quadro conoscitivo per quanto riguarda il monitoraggio
procedurale, fisico e finanziario dello stato di attuazione degli
interventi (Big Data Room), anche a prioritario beneficio della
Cabina di Regia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei
ministri;
• maggiore omogeneizzazione e integrazione delle banche dati
esistenti in grado di assicurare una programmazione e monitoraggio in
continuo ex ante, in itinere e ex post, incluse quella del Ministero
delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, in
particolare della sezione specifica per gli interventi di difesa del
suolo e difesa idrogeologica (quali potrebbero essere gli interventi
di manutenzione straordinaria che comportino il rifacimento o
l'ampliamento di opere idrauliche ed idrogeologiche, nuove opere di
difesa idrogeologica dei canali e corsi d'acqua, e del reticolo
idraulico minore, interventi di difesa dei versanti da frane e
slavine e sistemazione delle aree in frana, con relativi drenaggi,
opere di idraulica forestale, ecc.), ovvero di progetti con tipologia
prevalente di difesa del suolo a precipua salvaguardia del potenziale
produttivo agricolo e forestale, di infrastrutture legate
all'agricoltura, alla selvicoltura e/o integrazione di interventi di
difesa del suolo per renderli utili anche da un punto di vista
agrosilvopastorale.
Nell'immediato la proposta organica di semplificazione e
accelerazione punta a:
• razionalizzare e rafforzare l'efficacia della governance
ambientale;
• individuare e classificare i progetti finanziabili con le risorse
previste a legislazione vigente, in base alla rilevanza maggiore
(sopra i 5 milioni di euro) o minore, da sviluppare per ciascuna
regione con vincolo di cronoprogramma credibile e relativo all'intero
ciclo dell'opera;
• contemperare le necessita' di urgente attuazione degli interventi
di prevenzione strutturale di protezione civile, in particolare
relative alle situazioni di rischio nei territori vulnerati;
• verificare l'adeguatezza e la possibilita' di semplificazione
delle disposizioni del D.P.C.M. 28 maggio 2015 (concernente
l'individuazione dei criteri e delle modalita' per stabilire le
priorita' di attribuzione delle risorse agli interventi di
mitigazione del rischio idrogeologico), tenendo anche conto della
segnalazione del Dipartimento della Protezione civile volta a
prevedere l'integrazione del criterio relativo al concetto di "area
vulnerata". In particolare occorre migliorare il sistema di
pubblicita', trasparenza e informazione sui criteri di
partecipazione, selezione e risultati delle procedure di ammissione
ai finanziamenti, anche tramite il sistema RENDIS;
• massimizzare i poteri derogatori e sostitutivi in capo ai
Commissari, finalizzate all'accelerazione e qualificazione della
spesa, responsabilizzando maggiormente l'operato, con previsione di
perentori casi di decadenza o revoca dei finanziamenti, intervenendo
per ottenere un ampliamento e precisazione dei poteri commissariali,
mediante la previsione di una norma a carattere generale che, anche
in relazione al piano straordinario, richiami la situazione di
emergenza e colleghi ad essa ambito e modalita' delle necessarie
deroghe, in modo tale da ridurre le riserve ed incertezze di
legalita' e operativita' nell'utilizzo dei poteri commissariali.
Sicuramente le norme sono molto datate e pertanto sarebbe opportuno
un intervento chiarificatorio e migliorativo delle condizioni;
• rendere piu' integrato, efficace, veloce e efficiente il sistema
RENDIS e il meccanismo di rendicontazione dei progetti, garantendo
una adeguata informazione e pubblicita' agli enti legittimati o
destinatari e prevedendo inoltre una reportistica dettagliata degli
accordi di programma e contratti istituzionali di sviluppo anche a
beneficio della competente Cabina di Regia;
• coinvolgere le Autorita' di Distretto fin dall'inserimento degli
interventi in RENDIS per la verifica di coerenza con la
pianificazione di distretto;
• individuare le opere accessorie ammissibili;
• adottare oculati criteri di premialita'/penalizzazione
nell'assegnazione delle risorse;
• definire modalita' affinche' le Regioni possano motivatamente
individuare una percentuale di interventi (ad esempio il 30%) al di
fuori dell'ordine di priorita' delle graduatorie di RENDIS, per
tenere conto di particolari situazioni di disagio;
• data la criticita' evidenziata di carenza di progettazione,
rendere piu' fruibile l'attuale Fondo rotativo per la progettazione,
previsto dall'articolo 55 della legge n. 221 del 2015 (Collegato
Ambientale) con l'obiettivo di stimolare l'efficace avanzamento, in
particolare nel Mezzogiorno, delle attivita' progettuali delle opere
di mitigazione del rischio idrogeologico, che allo stato ha una
dotazione di circa 100 milioni, con previsione di un incremento
significativo della quota del finanziamento da destinare ai diversi
livelli progettuali, al fine di incidere concretamente sulla qualita'
della documentazione progettuale e sulla oculatezza della scelta e
spesa per l'intervento e la riduzione del rischio varianti in corso
d'opera. Nel contesto e' utile prevedere anche forme di finanziamento
in via di anticipazione di progettazioni che potranno realizzarsi con
successivi finanziamenti, anche a valere sulle risorse FSC o della
prossima programmazione europea (2021-2027) nell'ambito
dell'obiettivo tematico 2 (un'Europa piu' verde e a basse emissioni
di carbonio), compatibile con l'obiettivo di contrasto al dissesto;
• prevedere che una quota parte delle opere sia destinata a coprire
le spese di progettazione, a prescindere dal fondo progettazione.
Cio' implica anche una revisione delle spese ammissibili e dei lavori
ammissibili nell'ambito degli interventi e/o la possibilita' di
prevedere una forma di finanziamento a fondo perduto;
• razionalizzare le funzioni e l'operativita' di tutte le altre
strutture in house, tra cui INVITALIA e SOGESID, societa' pubblica
del Ministero dell'economia e delle finanze, in house del Ministero
dell'ambiente, specializzata in interventi di bonifica, contrasto al
dissesto, infrastrutture ambientali, al fine di essere centro di
progettazione per conto di tutti i soggetti pubblici che ne hanno
bisogno. In via sperimentale per fare fronte alla situazione
emergenziale connessa al dissesto;
• prevedere una migliore definizione del rapporto e supporto delle
societa' in house, da regolamentarsi anche sulla base di apposite
Convenzioni Quadro;
• tendere ad una opportuna standardizzazione dei modelli degli
Accordi di Programma previsti dal Codice dell'Ambiente e dei
Contratti Istituzionali di Sviluppo di cui all'articolo 6 del decreto
legislativo 31 maggio 2011, n. 88, per rafforzare la governance, le
responsabilita' di effettiva attuazione, il monitoraggio e controllo
esecutivo degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico,
in modo che siano individuati, chiaramente e nel dettaglio, i
cronoprogrammi procedurali, il soggetto attuatore, le modalita' di
attuazione, le reciproche responsabilita' e il sistema sanzionatorio.
In particolare il soggetto responsabile dell'attuazione degli
interventi deve essere individuato di volta in volta, di comune
accordo tra le parti sottoscrittrici, tra le pubbliche
amministrazioni istituzionalmente competenti ovvero nei commissari
straordinari di cui all'articolo 10 del decreto legge 24 giugno 2014,
n. 91, e successive modificazioni, che potranno all'uopo avvalersi
anche di societa' in house della pubblica amministrazione;
• il Ministero dell'ambiente, a valere sulle risorse destinate
all'Assistenza tecnica nell'ambito del Piano Operativo Ambiente FSC,
di cui alle Delibere CIPE n. 55/2016 e 11/2018 e su altre risorse
proprie, istituisce apposite task force, incardinate presso la
competente Direzione Generale, che potranno affiancare, mediante
specifici accordi, ciascuna Regione che lo richieda nelle fasi di
progettazione e realizzazione degli interventi;
• in tal senso il Ministero dell'ambiente potra' sottoscrivere
specifica Convenzione gia' definita nei contenuti con la Sogesid
S.p.A./ovvero l'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli Investimenti
e lo Sviluppo d'impresa (INVITALIA) per l'assistenza tecnica e
specialistica a supporto della programmazione, gestione e attuazione
del sotto piano "Interventi per la tutela del territorio e delle
acque" del Ministero dell'Ambiente, con particolare riferimento
all'attuazione degli interventi strategici, di cui al settore
"Mitigazione del Rischio idrogeologico e di erosione costiera";
• rafforzare, anche a fini di maggiore coordinamento e verifica,
l'anagrafica dei progetti, prevedendo tassativamente che gli
interventi da finanziare su proposta dei Commissari Delegati di
Protezione civile e quelli per il dissesto idrogeologico riportino
l'indicazione dei singoli interventi tramite Codice Unico di Progetto
(CUP) e classificando l'intervento come "Programma nazionale per il
dissesto - prevenzione in emergenza" nell'ambito del monitoraggio
BDAP. La Protezione civile accede a BDAP per le informazioni di
carattere finanziario sull'avanzamento degli interventi. Inoltre,
l'elenco dei progetti inseriti nel decreto deve essere riscontrato
dal Ministero dell'ambiente e dalle Autorita' di bacino affinche' non
ci siano duplicazioni di finanziamento. Tale riscontro sara'
facilitato dall'integrazione tra le banche dati RENDIS - CUP - BDAP;
• migliorare l'efficienza dei programmi operativi nazionali e
regionali cofinanziati dai fondi strutturali e dei patti per lo
sviluppo sostenuti dal FSC, prevedendo una piu' efficace metodologia
di coinvolgimento delle Autorita' di Gestione che preveda, in caso di
mancata collaborazione, forme di definanziamento del concorso
finanziario nazionale;
• corredare i singoli Sotto-Piani da un allegato tecnico, redatto
di concerto tra le Amministrazioni competenti, che circoscriva le
aree di intervento, rediga anagrafiche di piani e progetti,
stabilisca tempistiche di realizzazione attendibili, e infine possa
essere oggetto di confronto e negoziato con le Regioni e gli Enti
Locali;
di modo che, un obiettivo prioritario dell'allegato tecnico sara'
costituito dalla rappresentazione omogenea e coordinata dei diversi
livelli di intervento concepiti per la "terapia del territorio",
adeguatamente georeferenziati. Spesso gli interventi per risolvere le
emergenze e quelli destinati ad operazioni "ordinarie" di
manutenzione e ripristino intervengono nella medesima area, ma
vengono realizzati in tempi diversi e non producono quegli effetti
combinati che potrebbero generare impatti piu' significativi, sociali
ed economici. Analogamente, l'allegato dovra' contenere un capitolo
dedicato ai sistemi intelligenti di osservazione e previsione delle
calamita' naturali e dei fenomeni di degrado e dissesto ambientale.