Il convegno di Fire, svoltosi a Bologna il 19 giugno 2018, ha mes in evidenza come le imprese che puntano sui Sge hanno una marcia in più, soprattutto se al loro interno presentano un energy team che coinvolga le varie funzioni aziendali e goda di un adeguato supporto e un valido sistema di monitoraggio. In particolare, l’indagine Fire-Cei-Cti, presentata Livio De Chicchis della Fire, ha mostrato la costante crescita dei siti certificati Iso 50001, raddoppiati nel 2017, e come più della metà degli intervistati abbia realizzato interventi sul processo produttivo, con una percentuale maggiore nel settore industriale, non limitandosi a interventi di tipo “orizzontale” (illuminazione, climatizzazione, motori e pompe, aria compressa ecc). L’intervento di Ettore Piantoni (Cti) ha mostrato come la Iso 50001 e le altre norme internazionali elaborate negli ultimi anni consentano di facilitare gli investimenti in efficienza energetica, rispondendo alle esigenze dei vari stakeholder (imprese, fornitori di tecnologie, Escoe utility, banche ecc..).
Un tassello fondamentale nelle aziende che adottano un Sge è il monitoraggio dei consumi e delle prestazioni energetiche. L’organizzazione deve assicurare che le caratteristiche chiave della sua operatività che determinano consumi energetici siano sorvegliate, misurate e analizzate ad intervalli predefiniti. Come ha ricordato Silvia Ferrari dell'Enea, nel prossimo ciclo di diagnosi (obbligo del 5 dicembre 2019 per le grandi imprese e gli energivori) sarà necessario misurare una parte consistente dei vettori energetici oggetto di analisi. Gianpaolo Rocchi (Kerberos) e Luigi Gitto (Dba) hanno approfondito il tema dei sistemi di monitoraggio con suggerimenti derivanti dall’esperienza ed esempi di risultati conseguiti, mentre Daniele Forni di Fire ha illustrato il quadro relativo a misura e verifica dei risparmi energetici, considerando l’evoluzione della normativa tecnica.
Il Sge consente di conseguire il massimo beneficio laddove riesca a coinvolgere tutta l’organizzazione, grazie all’azione dell’energy team e alle azioni di comunicazione e formazione previste. Ciò consente infatti di collegare l’uso dell’energia con il core business aziendale e di agire strutturalmente sulla competitività dell’impresa, andando oltre la semplice riduzione dei costi energetici. I risultati dell’indagine Fire-Cei-Cti mostra una serie di aspetti positivi in merito al dialogo fra energy team e alta direzione, al coinvolgimento delle altre funzioni aziendali e agli interventi di riqualificazione energetica realizzati. Fra gli elementi da migliorare si segnalano il mancato uso delle norme tecniche della famiglia Iso 5000x, che consentono di trarre il meglio dai sistemi di gestione, l’opportunità di attribuire un ruolo forte all’energy team e l’assenza di supporto economico a livello Paese, al contrario di quanto avviene in altre nazioni UE.
A breve sarà disponibile la nuova Iso 50001. Tra le principali modifiche l’adozione dell’High Level Structure for Management System Standards (HLS), al fine di massimizzare la compatibilità con gli altri standard legati a sistemi di gestione (Iso 9001 e Iso 14001), un collegamento più strutturato con le attività principali, il maggiore coinvolgimento dell’alta direzione e altre modifiche volte a rendere ancora più performanti i sistemi di gestione energetici. Le novità sono descritte nella presentazione di Sandro Picchiolutto (Ege Secem) pubblicata assieme alle altre sul sito FIRE.
Esempi validi e di successo di applicazione del Sge sono stati illustrati da Giorgina Negro (Cnh) e Michela Meloni (Aeroporti di Roma): entrambi hanno evidenziato la forte spinta agli investimenti in sostenibilità seguita all’adozione della Iso 50001 e i benefici in collegamento alla competitività e al core business delle due organizzazioni. Svenja Bartels (Rödl & partner) ha invece parlato del tema della generazione distribuita di energia, un elemento che si accompagna alle azioni di riqualificazione energetica attivate dalle imprese, alle opportunità collegate alla nuova direttiva sulle fonti rinnovabili e ai power purchase agreements (Ppa), una delle basi contrattuale per finanziare la realizzazione di impianti nel futuro.