(Telelavoro: gli otto punti essenziali)
1. Che cos’è
Per telelavoro si intende una modalità di svolgimento dell’attività lavorativa effettuata a distanza grazie all'utilizzo di sistemi telematici di comunicazione. In altre parole, il telelavoro costituisce una forma di organizzazione del lavoro svolto da un lavoratore al di fuori dei locali aziendali su base regolare e, normalmente, volontaria. Pertanto, nel telelavoro, il lavoratore è vincolato a lavorare da casa e le medesime responsabilità presenti sui luoghi di lavoro aziendali, sono trasferite a casa del lavoratore. È bene ricordare che non tutte le attività lavorative possono essere svolte in modalità di telelavoro, in linea generale sono tali tutte quelle attività che non prevedono la produzione di beni materiali, ma che richiedono un alto grado di lavoro intellettuale.
2. L’accordo
Il telelavoro è rigidamente disciplinato, sia per il settore pubblico (D.P.R. 8 marzo 1999, n. 70) che per quello privato (accordo interconfederale 20 gennaio 2004).
L’attività in telelavoro deve essere concordata tra l’azienda e il dipendente, basandosi sulla redazione di un previo accordo tra le parti coinvolte. Le parti sono libere di accettare o meno la proposta telelavoro e un eventuale rifiuto da parte del lavoratore non costituisce motivo di risoluzione del rapporto di lavoro.
All’interno dell’accordo è fondamentale indicare il luogo dove si svolge l’attività lavorativa, in quanto il telelavoro può essere svolto a domicilio, dal cliente, in sedi satellite dell’azienda o può essere svolto totalmente/parzialmente on-line.
Altrettanto importante è stabilire con il telelavoratore le modalità organizzative della prestazione lavorativa, in via preventiva prima dell’avvio del telelavoro, definendo gli strumenti tecnici informatici necessari allo svolgimento della mansione e provvedendo anche alla loro manutenzione.
3. Ambienti di lavoro
Per ottenere un ambiente lavorativo ottimale, è necessario che i locali nei quali si intende allestire la postazione di telelavoro rispondano:
- ai requisiti minimi di agibilità (altezza, superficie, cubatura);
- a idonei standard ambientali quali microclima, illuminamento e qualità dell’aria.
Inoltre, è necessario che tutti gli impianti e le attrezzature installate all’interno dei locali adibiti allo svolgimento delle attività di lavoro a distanza siano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e devono essere eliminati tutti i difetti rilevati che possano pregiudicare la salute e la sicurezza del telelavoratore.
Gli ambienti in cui si svolge l’attività di telelavoro non potranno coincidere con locali come la cucina o ambienti a uso promiscuo, al fine di garantire un adeguato livello di privacy e un distacco con l’ambiente familiare.
4. La documentazione degli impianti
Il luogo in cui si svolge l’attività di telelavoro a domicilio è assimilabile a tutti gli effetti ai luoghi di lavoro dell’azienda e pertanto la documentazione relativa a tutti gli impianti segue le direttive del D.Lgs. n. 81/2008.
L'impianto elettrico, infatti, deve essere a norma di legge e il telelavoratore deve disporre della dichiarazione di conformità ai sensi del D.M. n. 37/2008. Spesso questa documentazione, specialmente per abitazioni meno recenti, è difficile da reperire o smarrita; in questi casi, si può ricorrere alla dichiarazione di rispondenza per l’impianto elettrico. Questa, così come stabilito dal D.M. n. 37/2008, è un documento sostitutivo della dichiarazione di conformità rilasciata dall’installatore ai sensi della legge n. 46/1990 e può essere prodotta solo per impianti installati fino al 28 marzo 2008, data dell’entrata in vigore del D.M. n. 37/2008.
5. Allestimento della postazione di lavoro
Per allestire una piccola postazione di lavoro dove appoggiare il Pc e svolgere la propria attività lavorativa occorre seguire le normative e le direttive previste dal D.Lgs. n. 81/2008; pertanto è necessario predisporre un ambiente lavorativo confortevole ed ergonomico al fine di rimanere produttivi e limitando i rischi per la salute.
L’ergonomia della postazione è fondamentale per tutelare la sicurezza e la salute del telelavoratore e su questi principi accorre porre una maggior attenzione, scegliendo una scrivania e una sedia adeguati e disponendo i monitor, la tastiera ed il mouse nella giusta posizione.
Nell’allestire l’area di lavoro è necessario tenere in considerazione anche la posizione delle finestre, disponendo la propria postazione parallelamente e di fronte alla finestra, evitando così abbagliamenti e riflessi sullo schermo causati dalla luce.
6. Scrivania e sedia ergonomica
La scrivania deve avere dimensioni pari ad almeno 120x80cm, con un’altezza del piano da terra compresa tra 70 e 80cm; lo spazio per le gambe deve essere libero da eventuali traverse o materiale che possa ostacolare la possibilità di distendere le gambe.
Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice riflettente, preferibilmente chiaro e opaco, riducendo così i riflessi indesiderati di luce naturale ed artificiale.
Anche la sedia di lavoro deve essere conforme alla norma Uni En 1335: di tipo ergonomica, dotata di 5 razze, con altezza e schienale regolabili, braccioli e supporto lombare regolabile che consente di scaricare la zona lombare preservando l’assetto naturale della colonna (quest’ultimo aspetto non sempre viene rispettato).
7. Schermi, tastiera, mouse e kit-ergostand
I videoterminalisti, ovvero coloro che svolgono la propria mansione utilizzando attrezzatura munita di videoterminale per più di 20 ore settimanali, hanno spesso a propria disposizione laptop e schermi esterni, che vengono utilizzati in modo esclusivo o combinato.
Gli schermi devono avere una buona definizione di immagine, stabile e senza sfarfallamento o tremolio, orientabili e regolabili per poter essere adeguati alle necessità dell’utilizzatore.
Sebbene l’utilizzo largamente diffuso, i computer portatili, per quanto versatili, non rispettano i principi di ergonomia; infatti, lo schermo più piccolo rispetto agli schermi esterni, appoggiato sulla postazione di lavoro fa assumere una postura innaturale, in quanto il capo si china verso il basso a ricercare lo schermo e la colonna ne risente; pertanto è opportuno che venga adoperato un kit-ergostand, più comunemente chiamata “alzatina”, che consente di rialzare lo schermo in modo da avere lo stesso ad un’altezza leggermente inferiore agli occhi.
Altra criticità dei computer portatili è la tastiera di ridotte dimensione che rende complicata la digitazione; per questo motivo, è necessario munirsi di tastiera esterna separata dallo schermo. Le tastiere devono essere dotate di meccanismo che consenta l’inclinazione della stessa, di tasti opachi per evitare eventuali riflessi e i simboli devono essere ben leggibili.
Discorso differente per chi utilizza anche gli schermi esterni, questi devono essere posizionati a una distanza di almeno 50-70 cm dagli occhi, così come l’altezza del bordo superiore dello schermo non deve superare l’altezza dei nostri occhi.
Per completare la postazione di lavoro non può mancare un mouse o altri dispositivi di puntamento che devono essere posti sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile e avere adeguato spazio per il loro uso.
8. Sicurezza a domicilio e verifiche ispettive
Il datore di lavoro è responsabile della tutela della salute e della sicurezza professionale del telelavoratore, con il supporto del servizio aziendale di prevenzione e protezione, hanno accesso alla postazione di telelavoro effettuando visite ispettive al fine di verificare la corretta applicazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il sopralluogo ispettivo della postazione di telelavoro può essere effettuato in presenza oppure a distanza con l’ausilio di una webcam, l’accesso deve essere autorizzato dal lavoratore.
Infine, il telelavoratore si impegna a non modificare o manomettere le attrezzature e le dotazioni assegnategli, oltre a comunicare eventuali variazioni rilevanti sulla postazione di telelavoro.