Travel risk management: quali soluzioni?

Per affrontare in modo efficace la prevenzione di chi viaggia per lavoro può essere utile applicare lo standard Iso 31030: dieci capitoli e sette allegati che rappresentano una guida a tutto tondo in grado di esaminare le variabili in relazione ai differenti contesti in cui ci si troverà a operare

Travel risk management.

LA GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione - grazie anche a mezzi di trasporto e comunicazione più veloci ed efficienti - ha ampliato il mondo del lavoro. Infatti sempre più aziende italiane possono svolgere lavori in località del mondo remote, un tempo impensabili. Ma se ciò può rappresentare un indubbio vantaggio e nuove opportunità, questa apertura a mercati molto più ampi e redditizi può potenzialmente rappresentare anche un grave pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori, pericoli non esclusivamente di natura sanitaria (come ad esempio da agenti infettivi, pensiamo a quanto è accaduto a livello globale con il virus Sars-Cov2 responsabile del Covid-19) ma anche legate a fenomeni correlati al cambiamento climatico (terremoti, alluvioni, tsunami, incendi ecc.) e a crisi geopolitiche, conflitti e guerre, criminalità, sequestri di persona e terrorismo.

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LO STRUMENTO

Per affrontare efficacemente il cosiddetto travel risk management occorre adottare un sistema di gestione del rischio applicando lo standard Iso 31030, pubblicato dall'Organizzazione internazionale per la normazione nel 2021.

I CONTENUTI

Questo standard è suddiviso in dieci capitoli e sette allegati.

Il primo capitolo introduce le finalità del documento, ossia essere uno strumento utile per le organizzazioni, indipendentemente dal settore o dalle dimensioni, per poter sviluppare, implementare, valutare e revisionare un programma aziendale per la gestione dei rischi da viaggio per la salute e sicurezza. Il documento non si applica al turismo e ai viaggi legati al tempo libero, a eccezione dei viaggiatori che si spostano per conto dell'organizzazione.

Nel secondo capitolo sono riportati i riferimenti normativi, e come gestirli, mentre il terzo capitolo elenca e descrive i termini e le definizioni per agevolarne la lettura e la gestione.

Il quarto capitolo tratta di cosa l’organizzazione deve tenere conto per poter gestire quei fattori che potrebbero essere fonti di rischio per i lavoratori presenti sia nel proprio contesto interno (tutte quelle condizioni necessarie per preparare un valido travel risk manager) sia esterno in cui opera (fattori politici, socio-economici, culturali e religiosi, legali; condizioni climatiche; potenziali rischi per la salute; qualità dell’assistenza delle strutture sanitarie; tipologia degli alloggi; stato dei mezzi, vie di trasporto e delle telecomunicazioni eccetera).

Nel quinto capitolo si parla della valutazione e della gestione del rischio di viaggio, elencando ruoli e responsabilità dell’azienda per garantire le necessarie risorse umane, economiche, strutturali e gestionali, mentre nel sesto capitolo di come effettuare la valutazione, un processo che deve includere l'identificazione, l'analisi e la valutazione di tutti i rischi, specificando date, posizioni e modalità di applicazione ed eventuali ipotesi fatte, per garantire che il viaggio non venga effettuato al di fuori dell'ambito di questa valutazione.

Il settimo capitolo riporta come deve essere redatto il travel risk management e quindi come l'organizzazione si è attivata per affrontare e gestire i rischi valutati prima del viaggio, durante il viaggio, durante e dopo gli incidenti e una volta completato il viaggio.

L’ottavo capitolo riguarda la comunicazione del programma e la sua consultazione. La politica e le procedure concordate dovrebbero essere effettivamente comunicate in tutta l'organizzazione in modo che i potenziali viaggiatori e i loro manager li possano comprendere e che i viaggiatori siano a conoscenza dei rischi di viaggio e di come l'organizzazione li controlla e li gestisce.

Il nono capitolo tratta del monitoraggio e della revisione del programma, per permettere alle organizzazioni di valutarne l'efficacia per identificarne i punti di forza e di debolezza, valutazione necessaria per guidare l'ulteriore sviluppo e miglioramento.

Infine, il decimo capitolo riporta come effettuare e gestire la registrazione e la reportistica del programma di gestione del rischio adottato dall’azienda, non solo per soddisfare i requisiti legali e normativi ma soprattutto per migliorare le attività del programma, i successivi audit e conseguenti processi decisionali da intraprendere.

Gli  allegati trattano rispettivamente lo sviluppo e implementazione di un programma di travel risk management (allegato A), i minori che viaggiano senza tutori legali (allegato B), la gestione del viaggio durante eventi, come pandemie o guerre, in grado anche potenzialmente di influenzare ampie aree o persino il mondo intero contemporaneamente (allegato C), esempi di problematiche che le organizzazioni dovrebbero considerare al fine di limitare i rischi associati a diversi fattori di rischio (allegato D), la formazione, da parte di soggetti formatori competenti, delle principali parti interessate, come viaggiatori, familiari, accompagnatori e fornitori esterni  (allegato E) e considerazioni per l'alloggio in luoghi a rischio più elevato (allegato F).

I VANTAGGI

Per le organizzazioni aziendali l’adottare e rispettare l’Iso 31030 non porta solamente vantaggi economici (evitando malattie, con  assenze del personale e conseguenti blocchi e ritardi della produzione, causa di un notevole incremento dei costi e calo dei guadagni), ma anche legali (in quanto seguire queste linee guida permette all’azienda di non andare incontro alla violazione di quanto riportato sui decreti legislativi n. 81/2008 e n. 106/2009 riguardo agli obblighi specifici del datore di lavoro in materia di tutela della salute e della sicurezza e nell’articolo 2087 del codice civile), e soprattutto morali, ossia permettere alle aziende di garantire ai propri lavoratori salute, benessere e sicurezza in ogni luogo e posto di lavoro.

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